ENPAM: come funziona la pensione per i medici

Se sei un medico o un aspirante medico scopri la cassa previdenziale per i medici (ENPAM) e come funziona la pensione per i medici

Se sei un medico o stai per diventarlo ti sarai chiesto a quale cassa dovrai versare i tuoi contributi per la pensione.

In questo articolo ti spiegherò quale è la cassa di previdenza dei medici e come funziona.

La cassa previdenziale di riferimento per i medici si chiama ENPAM (ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri).

Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere su come funziona la pensione per i medici.

Contributi pensione medici

I contributi obbligatori sono 3:

  • quota A
  • quota B
  • contributo di maternità

Quota A

La quota A è il contributo minimo (quota fissa obbligatoria per tutti gli iscritti) dovuto dal mese successivo all’iscrizione all’albo fino al mese di compimento dell’età anagrafica.

L’età pensionabile dal 2018 risulta essere di 68 anni o 65 anni in caso di esercizio dell’opzione per il calcolo della pensione con il sistema contributivo.

Gli iscritti possono presentare una richiesta entro il 31 dicembre dell’anno precedente al raggiungimento dell’età pensionabile per continuare a contribuire fino a un massimo di 70 anni. 

Qualora decidano di interrompere anticipatamente, la cessazione avrà effetto dal 1° gennaio dell’anno successivo alla presentazione della domanda.

Gli studenti di medicina, chirurgia e odontoiatria, a partire dal quinto anno accademico fino all’iscrizione nei rispettivi albi professionali, hanno la possibilità di affiliarsi all’ENPAM e di versare il contributo quota A sia al momento dell’iscrizione all’ENPAM sia al momento dell’iscrizione all’albo professionale. 

È necessario effettuare il versamento entro 36 mesi dall’iscrizione all’ENPAM

I contributi non versati nei termini saranno soggetti agli interessi legali.

Gli importi di contribuzione annui aggiornati al 2024 sono:

pensione medici

La quota A è interamente deducibile dall’imponibile IRPEF.

Quota B

La quota B deve essere pagata solo se sei libero professionista o se sei un libero professionista che esercita la professione come dipendente privato o di una pubblica amministrazione.

I contributi proporzionali riferiti all’anno in corso ammontano a un’aliquota intera pari al 19,50% del reddito professionale netto entro il massimale di 105.014€.

L’aliquota si applica sul reddito del libero professionista calcolato al netto delle spese per produrlo.

L’aliquota del 19,50% può essere diminuita se:

  • 9,75% per i medici che contribuiscono anche ad altre forme di previdenza obbligatoria (ad esempio il fondo speciale dell’ENPAM, gli ospedalieri che non svolgono attività intramoenia, i pensionati INPS, INPDAP ed ENPAM)
  • 2% per i tirocinanti durante il corso di formazione medicina generale e ai medici dipendenti pubblici iscritti all’INPS esclusivamente per le prestazioni intramoenia.

Dove intramoenia si riferisce alle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici dell’ospedale, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale stesso a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa.

Superato il massimale di 103.055€ si pagherà un 1% per la quota eccedente ma solo lo 0,5% ai fini pensionabili.

Contributo di maternità

Per il fondo maternità gli iscritti devono versare una quota fissa di 79,87€ per il 2024.

Come viene erogata la pensione ai medici?

I trattamenti pensionistici per i medici sono subordinati a diverse condizioni.

Pensione ordinaria di vecchiaia

Il diritto alla prestazione pensionistica ordinaria di vecchiaia spetta a 68 anni (a regime dal 2018) sia per gli uomini che per le donne con almeno 5 anni di contribuzione effettiva in costanza di iscrizione o 15 anni di anzianità contributiva in caso di cancellazione.

L’iscritto per fruire della pensione ordinaria di vecchiaia non deve ricevere la pensione per inabilità.

È possibile rinviare il pensionamento sino al raggiungimento dei 70 anni, se l’iscritto si avvale della facoltà di proseguire nella contribuzione della quota A del Fondo.

Pensione anticipata (quota B)

È possibile ottenere la pensione di vecchiaia anticipata con un’età minima di 62 anni (a regime dal 2018), un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’anzianità di laurea non inferiore a 30 anni. Oppure, indipendentemente dall’età minima, con un’anzianità contributiva di 42 anni. 

L’iscritto per fruire della pensione anticipata non deve ricevere la pensione per inabilità.

Alle pensioni liquidate prima del compimento dell’età di vecchiaia si applica un coefficiente di riduzione secondo l’età di conseguimento che va dal 36,70%, a 55 anni, allo 0,35%  a 67 anni e 11 mesi.

Pensione di inabilità

Questa pensione spetta ai medici/odontoiatri che a causa di un infortunio o di una malattia sono diventati inabili in modo assoluto e permanente all’esercizio della professione medica/odontoiatrica prima di aver compiuto l’età per la pensione di vecchiaia. 

In questo caso non sono previsti requisiti minimi di anzianità.

È l’ENPAM, infatti, a integrare l’anzianità contributiva del suo iscritto con gli anni che mancano per arrivare all’età pensionabile, fino a un massimo di 10 anni.

L’iscritto può contare su un’entrata minima di 18.000€ all’anno. Se però è titolare di altre pensioni a carico di altri enti obbligatori e la somma dei vari assegni è inferiore a 18.000€, l’Enpam versa la differenza; se è superiore l’iscritto non ha diritto all’incremento.

Hanno diritto a questa pensione gli iscritti che:

• sono invalidi in modo assoluto e permanente;

• non sono più in grado di svolgere alcuna attività professionale;

• non hanno compiuto l’età per la pensione di vecchiaia;

• sono iscritti all’ENPAM.

Il bonus di anzianità scatta per gli iscritti che hanno versato i contributi alla gestione quota B per almeno un anno nei tre anni che precedono la decorrenza della pensione di inabilità. 

Se gli anni coperti da contribuzione sulla quota B sono meno di cinque, si ha diritto a un bonus che corrisponde all’anzianità effettivamente maturata, e cioè l’Enpam aumenta l’anzianità contributiva dell’iscritto di tanti anni quanti sono gli anni in cui ha versato i contributi. 

Pensione ai superstiti

Questa pensione spetta ai familiari del:

medico/odontoiatra deceduto in pensione (pensione di reversibilità)

• medico/ odontoiatra deceduto in attività (pensione indiretta)

Il diritto alla pensione si acquisisce automaticamente per legge, non dipende, cioè, né dalla successione né dalla scelta di accettare o meno l’eredità. L’importo della pensione è ripartito tra i familiari in quote percentuali.

Le percentuali più frequenti sono:

  • solo il coniuge: 70%;
  • coniuge e un figlio: 80% (cioè 60% al coniuge e 20% al figlio)
  • coniuge e due o più figli: 100% (cioè 60% al coniuge e 40% ai figli)
  • solo un figlio: 80%
  • due figli: 90%
  • tre o più figli: 100%

Per avere diritto alla pensione non è previsto un requisito minimo di anzianità contributiva dell’iscritto deceduto, è infatti l’ENPAM a integrare l’anzianità maturata dal medico/odontoiatra con gli anni che mancano per arrivare all’età pensionabile, fino a un massimo di 10 anni.

In ogni caso i familiari possono contare su una pensione di circa 15.000€ all’anno da ripartire in quote percentuali tra gli eventuali beneficiari. Se si è titolari di altre pensioni a carico di altri enti obbligatori e la somma dei vari assegni è inferiore a 15.000€, l’ENPAM versa la differenza, se è superiore non si ha diritto all’incremento.

Quando viene erogata la pensione ai medici?

La pensione di vecchiaia finanziata dalla quota A inizia dal mese successivo a quello in cui si raggiunge l’età richiesta, a condizione che la domanda sia stata inoltrata entro 5 anni dal soddisfacimento di tale requisito. 

Per la quota B, l’avvio è previsto per il mese seguente alla presentazione della domanda o al compimento del 70esimo anno di età, a seconda di quale evento avvenga per ultimo.

La pensione anticipata ha effetto dal mese successivo a quello della presentazione della domanda. 

La pensione di inabilità prende avvio dal mese seguente alla cessazione di qualsiasi attività lavorativa, o dal mese successivo alla presentazione della domanda, se questa è successiva alla cessazione. Infine, la pensione ai superstiti è erogata a partire dal mese successivo al decesso del titolare.

Quanto percepisce un medico in pensione?

La pensione di quota A si determina applicando al reddito medio annuo virtuale (pari a 8 volte il contributo annuo) aliquote diverse a seconda del periodo di contribuzione:

  • 1,10% del reddito pensionabile per gli anni fino al 31 dicembre 1997;
  • 1,75% del reddito pensionabile per il periodo dall’1 gennaio 1998 al 31 luglio 2006;
  • 1,50% del reddito pensionabile dall’1 agosto 2006 fino al 31 dicembre 2012.

Dal 2013 in poi sono in vigore i seguenti coefficienti di conversione del montante contributivo determinati secondo il sistema contributivo adottato dall’INPS:

pensione medici

La pensione di quota B si determina applicando al reddito medio annuo (ricostruito sulla base dei contributi versati in misura intera ovvero ridotta) le aliquote di rendimento che, dall’1 gennaio 2019, sono:

  • aliquota di rendimento contribuzione ordinaria: 1,25% 
  • aliquota di rendimento contribuzione: 0,14%
  • aliquota di rendimento contribuzione ridotta attivi: 0,625% 
  • aliquota di rendimento contribuzione ridotta pensionati: 0,51%
  • aliquota di rendimento contribuzione intera pensionati: 1,03%
     

Per i compensi eccedenti il massimale reddituale (pari nel 2024 a 119.650 euro), la relativa quota di pensione è calcolata applicando alla media dei redditi ulteriori l’aliquota di rendimento pro tempore vigente, dal 2020 pari allo 0,0324%.

La pensione che ne deriva è data dalla moltiplicazione tra gli anni di versamento ed il c.d. coefficiente di rendimento (che oggi è 1,25%). Ad esempio: 40 anni di versamento al coefficiente del 1,25 daranno 50. La pensione annua sarà il 50% del reddito medio dell’iscritto. Il valore ottenuto identifica il c.d. tasso di sostituzione, cioè in che percentuale la pensione sostituisce il reddito. Un reddito medio di 50.000 euro darà quindi 25.000 euro annui di pensione, un reddito di 100.000 una pensione annua di 50.000 euro, e così via. Il valore annuo viene diviso in 12 mensilità.

Fondi Speciali ENPAM

L’ENPAM prevede anche 3 fondi speciali per coloro che esercitano l’attività in rapporto di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN):

  • Medici di medicina generale e pediatri, sono iscritti al Fondo speciale tutti i medici generici, pediatri e addetti ai servizi di guardia medica aventi rapporto professionale con gli istituti del Servizio Sanitario Nazionale comunque denominati e operanti nei propri studi professionali. 
  • Specialisti ambulatoriali, sono iscritti al Fondo speciale tutti i medici aventi rapporto professionale con gli istituti del Servizio Sanitario Nazionale comunque denominati e operanti negli ambulatori gestiti dallo stesso SSN. 
  •  Specialisti esterni convenzionati, sono iscritti al Fondo speciale tutti i medici specialisti esterni aventi rapporto convenzionale con gli istituti del Servizio Sanitario Nazionale.

Come faccio ad aumentare la pensione?

Se sei un medico e non vuoi abbassare il tuo tenore di vita del 50% una volta raggiunta l’età pensionabile puoi crearti una pensione complementare grazie ai fondi pensione di categoria.

I fondi pensione di categoria per i medici in Italia sono 2:

Queste due soluzioni ti permettono di integrare la tua pensione pubblica e mantenere il tuo stile di vita anche in età lavorativa.

I fondi pensione di categoria sono utili sia a coloro che svolgono la professione come dipendenti sia a coloro che svolgono la professioni come liberi professionisti oppure anche chi svolge la professione in entrambe le modalità.

Se hai bisogno di aiuto per scegliere il migliore fondo pensione o se vuoi investire per il tuo futuro puoi contattarci e richiedere il nostro servizio di consulenza previdenziale.

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