Quest’ oggi ti propongo l’analisi ENI, un titolo strategico molto importante nel mercato italiano.
ENI è l’ottavo gruppo petrolifero a livello mondiale che opera in 66 Paesi e dà lavoro a oltre 32 mila persone.
La società è presente nei settori del petrolio, del gas naturale, della chimica, della produzione e distribuzione dell’energia elettrica e delle energie rinnovabili.
Essa è quotata sia al New York Stock Exchange (NYSE) che nell’indice FTSE MIB della Borsa di Milano con il ticket ENI.MI e rappresenta la sesta società con maggior capitalizzazione dell’indice italiano.
La guida sull’analisi ENI esplora lo Stato Patrimoniale e il suo Conto Economico per calcolare i Ratio e i multipli del titolo e dei competitors.
Se hai qualche dubbio, o non ricordi bene come vengono calcolati i fattori al centro dello studio, ti consiglio di andare a rivedere le guide sugli indici di bilancio e sui multipli di mercato.
Indice dei contenuti
ENI: la sua storia
L’analisi ENI deve partire dalla sua storia per aver ben chiaro di cosa si occupa e per comprendere la sua Vision e Mission.
L’Ente Nazionale Idrocarburi, o meglio conosciuto come ENI, nasce il 10 febbraio 1953 a Roma, fondata da Enrico Mattei e controllava altri istituti già esistenti come AGIP, ANIC e SNAM.
Negli anni 50-60 ENI conobbe un grande sviluppo grazie a varie reti di gasdotti, di distributori di benzina e di autostrade e persino in campo metalmeccanico.
In contemporanea, il fabbisogno energetico in Italia cresceva a dismisura e la società cominciò a tessere relazioni importanti con i Paesi africani e concluse accordi per la ricerca e lo sfruttamento di giacimenti petroliferi.
Nel 1992 ENI diventò una Società per Azioni con decreto legge n.333 dell’11 luglio dell’allora Governo Amato (Franco Bernabè fu designato per ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato) e nel 1995 venne quotata nella borsa di Milano e di New York.
Negli anni 2000 il gruppo decise un cambiamento epocale imboccando la strada della transizione energetica grazie ad accordi con aziende che operavano nel settore.
Complice l’avvento del Coronavirus, nel 2020 ENI ha messo a punto un grande progetto per la de-carbonizzazione delle attività industriali ed è stata premiata come la migliore compagnia petrolifera dell’energia sostenibile.
Analisi ENI
Ora, dopo questo brevissimo excursus storico, ci addentriamo insieme nello studio del bilancio e dei competitors di ENI, per cercare di comprendere se la società è in salute o meno e come si colloca all’interno del settore petrolifero.
Per l’analisi sono stati utilizzati i bilanci dal 2018 al 2021, dati Yahoo Finance.
Analisi ENI: i Ratio
La nostra Analisi di ENI inizia dai ricavi della società. Essi hanno un andamento altamente volatile, figlio del COVID-19.
Come ricorderai, nel 2020 il prezzo dei future del Brent ha toccato i minimi storici e ciò si è riflesso su tutte le società petrolifere.
Nel 2021 i ricavi sono saliti del 74% rispetto al 2020 (difficilmente poteva essere diverso), ma ciò che è importante sottolineare è che hanno superato i livelli sia del 2018 che del 2019.
Il ROI di ENI (quanto è il reddito che si ottiene su ogni euro di capitale investito), è estremamente elevato e nel 2020 si attesta al 20,63%.
Così come il ROS (quanto si guadagna al netto dei costi di produzione), che si attesta al 2021 al 19.46%.
Entrambi hanno subito una forte flessione del 2020, portandoli addirittura a valori negativi, ma anche qui le ragioni sono riconducibili all’emergenza del Coronavirus.
Se sei stato ben attento, dovrebbe sorgerti il dubbio “come fai a dire che sono valori elevati se non li confronti con il mercato?”.
Esattamente, prendiamo quindi i dati per il settore OIL (Production and Exploration) disponibili in Damodaran.
L’ultima rilevazione a Gennaio 2022 indicato un ROI di settore pari all’1,42% ed un ROS pari al 2,45%.
Se il ROS e il ROI sono valori estremamente elevati rispetto al mercato, lo stesso non si può dire per l’EBITDA ratio (quanto il core business è profittevole senza tenere in considerazione gli ammortamenti).
L’EBITDA di ENI per il 2021 è del 29% rispetto al mercato che presenta un 58,81%.
Andando ad analizzare ora il debito di ENI, esso risulta altamente sostenibile.
Infatti, tutti gli indicatori relativi all’analisi di esso (la sostenibilità del debito, il leverage, e l’analisi degli Oneri Finanziari), mostrano dei valori ottimi, che confermano lo stato di salute della società.
Analisi ENI: i multipli
Per il proseguo della nostra analisi di ENI ci concentriamo sui multipli di mercati.
In questo caso, il multiplo di riferimento sarà il Price Earnings o P/E.
Il Price to Sales non è idoneo (ENI ha grossi utili e non è una start-up) ed escludiamo il Price to Book Value perché non è un’azienda Asset Driven.
Se ti ricordi bene dagli articoli “traccia”, il problema adesso è quello di trovare dei competitors, vale a dire delle società che siano dello stesso settore, con una dimensione simile e che applichino un modello di business simile.
Concentrandoci sempre nel settore del petrolio, precisamente di produzione ed esplorazione, ho trovato per te questi 7 competitors:
- Royal Dutch Shell
- Repsol
- British Petrolium
- Exxon
- Chevron
- Occidental Petrolium
- Equinor
Essi offrono un P/E medio di 17,81, con il più elevato dato da Occidental Petrolium (39.31) ed il più basso di Repsol (7,84).
ENI mostra un P/E pari a 8,18 ed un Earnings per Share pari 1,69.
Questo P/E più basso rispetto ai competitors può indicare che ENI ha buone probabilità di crescita, poiché un P/E della società inferiore rispetto al mercato può indicare la società stessa sia sottovalutata.
Andiamo ora a calcolarci il prezzo stimato dalla nostra analisi di ENI, vale a dire quanto in teoria dovrebbe essere il suo prezzo osservando il P/E medio dei competitors.
Per far ciò moltiplichiamo il P/E medio dei comparables (17,81) con l’EPS di ENI (1,69).
Si ottiene un valore di 29,81, molto più elevato rispetto al prezzo attuale di ENI pari a 13,82.
L’analisi dei multipli di mercato indica quindi che il titolo ENI ha spazio di crescita.
ENI: comprare o vendere?
L’analisi ENI appena effettuata ci suggerisce un sentiment positivo rispetto l’azione italiana.
I Ratio osservati ci indicano una società solida e l’osservazione dei competitors potrebbero mostrare che il titolo sia sottovalutato, rispetto al proprio potenziale.
Ciò che sicuramente si deve tener conto sono le variabili macroeconomiche che possono impattare il mercato del petrolio e del gas.
Un fattore su tutti è senza dubbio la guerra in Ucraina ma anche la transizione economico-ecologica che sta diventando una delle priorità delle società odierne.
Una risposta
L’analisi è meticolosa, puntuale e credibile.
Ciò che lascia nel dubbio è quanto inciderà sul valore del titolo l’evolversi e l’ncremento delle energie alternative , obietti-
vo pare imprescindibile.
E’ questa la scelta generale del settore petrolifero della cui produzione sembra non si possa fare a meno?
L’esclusione dal mercato della Russia e di altri Paesi è stata opportuna se non a fini essenzialmente politici?