L’obiettivo di ogni investitore è quello di far meglio di “tutti gli altri” e quindi di riuscire a battere il mercato, preso come benchmark dei propri investimenti.
Le banche e i fondi di investimento infatti, attraverso i propri prodotti a gestione attiva, perseguono questo obbiettivo.
Tali prodotti vengono poi sottoscritti da una grande platea di investitori con l’obiettivo di portarsi a casa ingenti guadagni con cui raggiungere i propri obiettivi finanziari e non.
Ma le banche e i fondi d’investimento riescono sistematicamente a battere il mercato? È semplice farlo?
Attraverso questo articolo ti guiderò alla scoperta dei fondi a gestione attiva, comprendendo se essi siano lo strumento giusto per i tuoi investimenti!
Indice dei contenuti
Che cosa significa gestione attiva?
La gestione attiva si caratterizza per il fatto che il gestore persegue un’asset allocation diversa rispetto al benchmark di riferimento, al fine di ottenere un extra-rendimento rispetto allo stesso benchmark. (Definizione Borsa Italiana)
Ad esempio, se tu volessi comprare un fondo a gestione attiva sull’S&P 500, il benchmark di riferimento sarà il paniere di titoli che comprende tutte le azioni all’interno di tale indice.
Il gestore potrà quindi variare i pesi delle attività in portafoglio in funzione delle proprie aspettative e dei risultati delle proprie analisi in modo tale da privilegiare aree e titoli che con maggior probabilità realizzeranno rendimenti superiori rispetto alla media.
Il gestore attivo cercherà quindi di battere il proprio benchmark in due modi:
- stock picking, scegliendo titoli diversi da inserire all’interno del fondo;
- asset allocation, con l’esposizione a diverse aree geografiche, settori o altri fattori di mercato.
L’obiettivo della gestione attiva è quindi di avere performance migliori del benchmark nelle varie condizioni di mercato.
In condizioni favorevoli dove il mercato americano guadagna un 10%, un buon gestore, al netto dei costi di gestione, potrebbe creare un rendimento maggiore del 10%.
In condizioni sfavorevoli, dove il mercato americano segna un – 10%, il gestore farà sì che la perdita del fondo di investimento che gestisce sia ammortizzata, ad esempio al -5%.
Caratteristiche dei fondi a gestione attiva
Per guidarti a comprendere bene a fondo il funzionamento dei fondi a gestione attiva, ti porto ora ad esaminarne 3 caratteristiche principali:
- la grandezza del fondo;
- il gestore del fondo;
- i costi del fondo.
La grandezza del fondo
Generalmente i fondi di investimento gestiscono miliardi di dollari, mettendoli sia in una posizione privilegiata (la possibilità di effettuare grandi investimenti diversificati), che in una posizione “scomoda”.
Infatti, poiché il gestore deve battere il benchmark, dovrà per forza di cose puntare anche su aziende growth, magari piuttosto piccole.
Questo potrebbe comportare difficoltà nel senso che il prezzo di acquisto dell’azione potrebbe variare significativamente da quello che il team di analisi aveva programmato.
Per quale ragione?
Se il fondo vuole investire una grande quantità di denaro nella società, sarà molto difficile trovare lo stesso prezzo per tutto il numero di azioni.
Quindi, se una quantità di azioni sarà acquistata al prezzo previsto dagli analisti, un’altra parte potrebbe comportare un esborso di denaro maggiore.
Tale risvolto si trovare anche nel caso in cui il fondo vorrà vendere una grande quantità di azioni.
Non sempre lo potrà fare al prezzo desiderato, sia nel caso che voglia monetizzare i guadagni, sia nel caso che voglia limitare le perdite.
Il gestore del fondo
Un fattore fondamentale dell’andamento del fondo stesso è la capacità del gestore di “sapere in quale direzione andare”.
Come ci insegnano i più grandi economisti, non è possibile prevedere l’andamento del mercati, ma sicuramente c’è chi ha più capacità o competenze rispetto ad altri.
Quindi, come in ogni lavoro e settore, ci sono dei gestori più bravi rispetto ad altri e ciò può fare la differenza sull’andamento di un fondo.
Inoltre, i gestori del fondo cambiano nel corso del tempo.
Rimanere sempre informati su chi sia l’attuale gestore del fondo ed osservare le sue performance passate può essere sicuramente d’aiuto.
Costi del fondo
Una delle grandi problematiche dei fondi a gestione attiva sono sicuramente le ingenti commissioni di cui gli investitori si fanno carico.
Possiamo dividere tali costi in 4 tipologie differenti:
- commissioni di gestione, la cifra che viene pagata per la gestione dell’investimento;
- commissioni di sottoscrizione o di rimborso, sono delle commissioni sul patrimonio rispettivamente investito o prelevato;
- commissioni di collocamento, sono applicabili solo ai fondi che hanno una finestra di investimento, cioè con un periodo di tempo limitato per acquisire le quote;
- commissioni di performance o di incentivo, sono le commissioni che vengono date al gestore in funzione di quanto quest’ultimo riesce a far guadagnare il cliente.
Per controllare la somma di tutte queste commissioni, si può far riferimento al TER, Total Expense Ratio che indica in percentuale la somma di tutte le voci di costo del fondo: spese correnti + commissioni di performance.
In media i fondi a gestione attiva hanno un TER pari al 2,9%.
I costi di entrata e di uscita sono esclusi in quanto possono essere anche annullati a seconda delle volontà del collocatore e/o dell’intermediario.
La gestione attiva batte il mercato?
Dai dati a disposizione, sappiamo che negli negli Stati Uniti solo il 33% dei gestori di grandi capitali ha sovraperformato l’S&P 500 nei tre anni fino al 30 giugno 2021.
In Europa, solo il 28% dei gestori azionari ha sovraperformato l’indice S&P Europe 350.
Qui, ti mostro il fondo BlackRock che è riuscito a battere il mercato, con numeri veramente buoni.
Infatti, il fondo BlackRock Global Funds – Next Generation Technology, con benchmark relativo al MSCI World Information Technology, è riuscito nel 2020 ad avere un performance del 95,9%, quasi il 60% in più del proprio benchmark.
Ora, come c’è da aspettarsi, sta rintracciando e si sta allineando al mercato.
Sarebbe interessante andare a controllare se il gestore del fondo sia cambiato oppure andare ad investigare le operazioni effettuate nell’ultimo anno.
Ho detto “come c’è da aspettarsi” perché la tabella sotto ti mostra che nel lungo termine sono davvero pochi i fondi a gestione attiva in grado di battere il mercato!
Infatti, nel periodo storico tra il 2001 ed il 2016, appena il 5% dei fondi ha battuto il mercato nella sezione growth delle large cap e appena il 3% nella sezione core.
Un po’ meglio con le imprese value, dove i gestiori attivi sono riusciti a battere il mercato delle large cap il 21% delle volte e il 19% delle volte nelle small cap.
Ovviamente, esistono delle eccezioni.
Nel Regno Unito, negli ultimi 5 anni circa il 60% dei fondi a gestione attiva ha sovraperformato il mercato UK.
In effetti ci sono dei fondi di qualità che riescono a battere il mercato nel lungo termine ma sarebbe come cercare l’ago in un pagliaio!
Come diceva John C Boogle, uno dei più illustri investitori e autore del libro “il piccolo libro dell’investimento”:
“Non cercare l’ago nel pagliaio piuttosto prenditi tutto il pagliaio”
Gestione attiva: considerazioni finali
Dopo averti mostrato le caratteristiche principali dei fondi a gestione attiva, posso concludere dicendo che ciò che conta davvero è il rendimento che tu riesci a portarti a casa.
Ma ricorda che esso deve essere al netto dei costi.
Infatti, nel 2020, se avesti investito nel fondo BlackRock che ti ho mostrato, saresti stato bene contento di pagare il 2-3% di commissioni su un rendimento simile!
È anche vero che, nel caso di un investimento a lungo termine, commissioni del genere divengono una zavorra, quasi un ostacolo insormontabile!
Inoltre, non dimenticare mai che anche se tu dovessi scegliere un fondo a gestione passiva, stai inconsciamente attuando una scelta attiva, perché decidi di investire in un certo ETF piuttosto che un altro.
Per fare questa importante scelta affidati ad un team di esperti che possa consigliarti la strada migliore per te, contatta Athena SCF!
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