Il regime forfettario, grazie alla sua aliquota sostitutiva del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni in alcune condizioni), è vantaggioso per chi desidera semplificare la gestione fiscale della propria attività, rispettando il limite annuo di fatturato stabilito dalla legge.
Tuttavia, presenta limiti per quanto riguarda le detrazioni e deduzioni IRPEF, tra cui i contributi per la previdenza complementare. Ma c’è un aspetto cruciale da considerare: i vantaggi fiscali non spariscono, si posticipano.
In questo articolo andrò a spiegarti come un fondo pensione è utile ad aumentare la pensione pubblica e sfruttare al tempo stesso i vantaggi fiscali.
Chi ti dice che non conviene la previdenza complementare se operi in un regime forfettario perché non puoi avere vantaggi fiscali (ulteriori rispetto a quelli relativi alla tassazione dei redditi) si sbaglia.
I vantaggi fiscali ci sono.
Vediamoli insieme.
Indice dei contenuti
Vantaggi fiscali per il regime forfettario
I vantaggi fiscali derivanti dall’operare con il regime forfettario anziché ordinario sono notevoli e possono essere riassunti in questi tre punti:
- Riduzione delle tasse. A differenza delle partite iva con regime ordinario, il regime forfettario prevede una tassazione sui redditi pari al 15%. Viene ridotta al 5% per i primi cinque anni.
- Esenzione dell’IVA. Anziché avere l’obbligo di applicare le normali aliquote IVA che vanno dal 4% al 22%, con il regime forfettario l’IVA non viene applicata ai tuoi prodotti o servizi. Così facendo i tuoi clienti non saranno soggetti al pagamento dell’IVA e potrai vendere i tuoi prodotti ad un prezzo più competitivo.
- Non sei soggetto agli studi di settore.
Tutto molto bello.
Possiamo però dire che i vantaggi fiscali si hanno anche nel caso della previdenza complementare?
Ti rispondo subito.
SI.
… e se volessi aprire un fondo pensione?
Per chi adotta il regime forfettario, il “problema” da affrontare riguarda la gestione delle deduzioni fiscali, soprattutto per quanto riguarda i contributi alla previdenza complementare.
Sebbene questo regime fiscale offra numerosi vantaggi in termini di semplificazione e riduzione degli obblighi fiscali, crea delle limitazioni importanti per chi desidera accedere alle detrazioni fiscali, come nel caso della previdenza integrativa.
Mentre i contributi obbligatori alla previdenza sociale (come quelli INPS) sono deducibili dal reddito, i contributi volontari versati ai fondi pensione non godono della stessa agevolazione fiscale.
Questo può sembrare una limitazione, poiché non si ha una riduzione immediata delle imposte dovute ma in realtà vedremo che non è così.
Vantaggi fiscali per tutti
I vantaggi fiscali nell’adesione alla previdenza complementare sono relativi ad una tassazione minore dei rendimenti, minore tassazione del montante accumulato (dal 15% al 9% e la possibilità di dedurre dal reddito i contributi volontari versati.
Questo ultimo punto differenzia i forfettari da chi usa un regime ordinario.
Chi versa volontariamente nel fondo pensione nell’anno x, può dedurre dal reddito dell’anno successivo x+1 una percentuale pari alla propria aliquota IRPEF, fino ad un massimo di 5.164,57€ annui.
Il regime forfettario non permette questa possibilità.
Quindi come fare?
Anche se i contributi versati non possono essere dedotti dal reddito nel corso degli anni, il vantaggio arriva al momento del pensionamento, grazie alla tassazione agevolata applicata alla prestazione pensionistica finale. Questo implica che i contributi non dedotti e i rendimenti già tassati durante la fase di accumulo non saranno soggetti a ulteriori imposte.
Ad esempio, se un lavoratore forfettario ha versato volontariamente un importo di 5.000 € ogni anno per 20 anni in un fondo pensione senza dedurlo dal reddito, questo importo non subirà alcuna tassazione al momento dell’erogazione della pensione.
In più, i rendimenti generati dal fondo, che sono già stati tassati al 20% annualmente, non subiranno ulteriori imposte, il che rende la pensione complementare estremamente vantaggiosa rispetto ad altre forme di risparmio.
Si ha di fatto solo un posticipo dei benefici fiscali.
Come fare
Per sfruttare al meglio queste agevolazioni fiscali, il lavoratore forfettario deve comunicare ogni anno al proprio fondo pensione di non voler dedurre i contributi dal reddito.
Questa comunicazione, che deve essere inviata entro il 31 dicembre di ogni anno, permette di ottenere l’esenzione fiscale sui contributi non dedotti e sui rendimenti.
Come detto poco sopra, l’esenzione fiscale avverrà al momento del pensionamento.
In assenza di tale comunicazione, i fondi pensione potrebbero trattare i contributi come se fossero stati dedotti dal reddito, vanificando così i vantaggi.
Pertanto, è fondamentale fare attenzione a questa procedura per evitare di perdere il vantaggio fiscale.
Curiosità
La stessa modalità per sfruttare i vantaggi fiscali può essere utilizzata anche da altre persone che non operano in regime forfettario.
Un esempio può essere una persona che vuole versare più del limite dei 5.164,57 euro annui ma vuole comunque beneficiare di un vantaggio fiscale.
In questo caso può versare l’importo che vuole e portare in deduzione nell’anno successivo solo 5.164,57 euro.
La restante parte va comunicata al fondo in quanto non dedotta e quindi non subirà una tassazione al momento del pensionamento.
Esattamente come il caso dei forfettari.
Un altro esempio è quello relativo a un genitore o un parente che decide di aprire un fondo pensione al figlio o nipote ma sceglie di lasciare a quest’ultimo i vantaggi fiscali.
Quindi anche se il minore è a carico, il genitore comunicherà di NON voler dedurre i versamenti nel fondo pensione del figlio e quindi lasciare allo stesso i vantaggi al momento del suo pensionamento.
Come puoi vedere i vantaggi fiscali derivanti dalla previdenza complementare possono essere scelti sia nelle modalità sia negli importi.
Quello che differenzia i forfettari è che non hanno scelta sulle modalità di fruizione del beneficio fiscale, che però esiste.
Conclusione
Pensi ancora che non sia conveniente aprire un fondo pensione per te che lavori in regime forfettario?
In questo articolo ti ho mostrato che oltre i classici vantaggi a disposizione in termini di tassazione sul reddito, il regime forfettario ti dà la possibilità di averli anche nella previdenza complementare.
L’unica differenza sta solo nella modalità di fruizione.
Quindi il consiglio è sempre quello di informarti in prima persona e non fare affidamento alle informazioni che ricevi passivamente.
Sì tu il primo a pensare al tuo benessere finanziario .
Se vorrai, potrai richiedere una consulenza previdenziale per capire insieme come sfruttare al meglio la previdenza complementare e i tuoi capitali.