“Bitcoin sfonda il muro dei 20.000 $!”
“Crollo del Bitcoin, corsa alla vendita”
“Bitcoin verso quota 100.000 $!”
“Bitcoin, altro crollo che spaventa gli investitori”
Sono più o meno questi i titoli dei giornali negli ultimi anni relativi a Bitcoin.
Possiamo dire che vanno un po’ dove soffia il vento, non avendo una minima idea su come gestire Bitcoin e quali siano le aspettative future.
Negli ultimi 2 anni Bitcoin è entrato sempre più nella sfera degli investitori, tant’è che molti operatori iniziano ad averlo in portafoglio e ad investire in Bitcoin, al pari di azioni, obbligazioni e commodities.
Ma quali sono i pro e i contro di inquadrare Bitcoin come asset class ed inserirla in portafoglio?
In questo articolo, dopo una breve introduzione su Bitcoin e la Blockchain, ti mostrerò i pro e i contro di investire in Bitcoin ed averlo in portafoglio!
Indice dei contenuti
Cos’è Bitcoin?
Bitcoin (BTC) è la prima criptovaluta nata nel 2009 su idea di Satoshi Nakamoto (pseudonimo dell’autore della moneta).
Secondo la definizione, una criptovaluta è una valuta virtuale che, costituisce una rappresentazione digitale di valore ed è utilizzata come mezzo di scambio o detenuta a scopo di investimento.
Bitcoin è stato creato perché Nakamoto vedeva come tutto il mondo necessitava “di un sistema di pagamento basato sulla crittografia invece che sulla fiducia, per consentire a due parti di negoziare senza bisogno di dover dipendere dalla garanzia di altri”.
Il 3 gennaio 2009 ci fu la prima transazione in Bitcoin.
All’epoca il suo valore era di molto inferiore a 0,01 $, ma la sua crescita negli anni lo ha portato a raggiungere i 64.000$ per coin nell’Aprile 2021.
Nakamoto quindi propone una rete peer-to-peer utilizzante un proof-of-work (prova di lavoro), in maniera tale da evitare contraffazioni, che consenta di registrare la cronologia delle transazioni all’interno di una catena di blocchi pubblica, la cosiddetta Blockchain.
Cos’è la Blockchain?
La tecnologia sottostante il Bitcoin e di tutte le criptovalute nate dopo BTC è appunto la Blockchain.
Essa è una struttura di dati condivisa e non modificabile, capace di garantire sia la sicurezza delle operazioni sia un alto livello di privacy che non richiede la presenza di un sistema fiduciario.
Nakamoto credeva che per combattere la crisi finanziaria (con riferimento alla crisi dei mutui subprime) ci si dovesse servire di un sistema di pagamenti decentralizzato, in modo che nessuna autorità potesse controllarlo, poiché basato su Blockchain.
La Blockchain è quindi un registro contenente dati e informazioni in maniera open-source, condivisa e distribuita senza la necessità di un’entità centrale di controllo e verifica.
Essa rientra nella macro famiglia delle DLT (Decentralized Ledger Technology), vale a dire quell’insieme di tecnologie basate su registri distribuiti, perenni, immutabili, pubblici, trustless e resistenti alla censura.
La Blockchain funziona attraverso l’utilizzo di un libro mastro pubblico, ledger, che registra ogni transazione della criptovaluta su una struttura dati, la Blockchain appunto.
Tali transazioni vengono poi raggruppate in blocchi e conseguentemente convalidate attraverso un rete di nodi: sarà poi il consenso della rete a determinare quali blocchi verranno accettati.
Investire in Bitcoin
Comprendere il ruolo di Bitcoin come asset class di investimento non è un lavoro molto semplice.
Infatti, se dovessero domandarmi quanto vale il Bitcoin, a primo impatto risponderei: zero.
La risposta è dettata dal fatto che non vi è un valore tangibile o intangibile sottostante.
L’unica cosa che vale è il prezzo (che è diverso dal valore), frutto dell’incontro tra domanda e offerta come in tutti i beni scambiabili.
Ma al di là del prezzo di BTC che può attirare abili speculatore, ciò che è importante è capire perché tu dovresti investire in Bitcoin.
Ad esempio, molti investitori hanno azioni in portafoglio perché sono convinti nella capacità di esse di generare utili in futuro e quindi si aspettano un aumento del valore di esse.
Ma poiché Bitcoin non ha sottostante, cosa spinge a detenerlo in portafoglio?
Perché detenere Bitcoin in portafoglio?
Bitcoin ha una particolarità molto interessante: il numero massimo di monete è fissato a 21 milioni.
Si tratta quindi di un bene finito e, per loro natura, dovrebbe fungere da bene rifugio.
Essi, come ad esempio l’oro, sono degli strumenti che sono in grado di proteggere l’investitore da momenti di alta inflazione.
Dall’inizio dell’anno, tra inflazione e scenari geopolitici alquanto complessi, l’S&P500 ha perso quasi il 15%, mentre Bitcoin ha perso circa il 10%.
Il lasso di tempo è ancora troppo breve per dire con certezza “Bitcoin è una copertura contro l’inflazione” oppure “Bitcoin non è una copertura contro l’inflazione”.
Ciò che è certo, come mostra il grafico sottostante, è che i grandi fondi, nel periodo successivo alla pandemia (dove l’oro ha toccato i 2000 dollari l’oncia), hanno iniziato ad investire in Bitcoin ed a vendere oro.
Allora perché investire in Bitcoin?
Chiediamoci che cosa succederebbe alla nostra economia se l’euro crollasse, ipotizzando ad esempio un’inflazione alle stelle.
Tutti noi perderemmo fiducia nella loro valuta e ci vorrebbero anni per risollevarla.
E se invece ci fosse una valuta utilizzabile in tutto il mondo, senza restrizioni e senza limiti?
Probabilmente è questo il valore del Bitcoin.
El Salvador consente ad esempio ai propri cittadini di pagare le tasse attraverso Bitcoin.
Sicuramente starai pensando “Ma El Salvador è piccolo, non ha peso a livello mondiale”.
E ti do assolutamente ragione, ma pensa che vantaggio per i propri cittadini il poter pagare le tasse con due valute differenti in un momento di inflazione!
I rischi relativi a Bitcoin
Chiaramente, investire in Bitcoin comporta dei rischi.
In generale nel considerare le criptovalute e Bitcoin come asset class verso cui dirigere i propri investimenti dovresti comprendere i rischi associati:
- la volatilità che caratterizza questa moneta, in grado sia di portare alti guadagni ma anche ingenti perdite;
- la scarsa trasparenza a livello regolamentare. È chiaro che nel caso in cui ogni Stato Sovrano si accordasse per “bandire” Bitcoin, il suo valore e di conseguenza anche il suo prezzo ne risentirebbe pesantemente.
- Il rischio di frodi e furti virtuali di cui i portafoglio online possono essere vittima. A tal proposito, custodire i propri Bitcoin in un portafoglio off-line è la scelta più adatta.
Investire in Bitcoin: considerazioni finali
Tornando alla domanda iniziale, la risposta che mi sento di darti è che investire in Bitcoin (o in criptovalute in generale) contribuisce a diversificare ulteriormente il tuo portafoglio.
Chiaramente, questa esposizione deve essere valutata a seconda della propria avversione al rischio, della grandezza del proprio portafoglio e delle esigenze attuali.
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