Il complesso scenario macroeconomico, figlio sia della pandemia che della crisi geopolitica, ha investito l’intero pianeta portando l’esplosione dell’inflazione.
Ma cos’è l’inflazione? Quali sono i suoi effetti? È possibile prevederla?
Ma soprattutto: le obbligazioni indicizzate all’inflazione proteggono se l’inflazione è già aumentata?
Queste sono tutte domande che proveremo a rispondere nell’articolo per aiutarti a comprendere meglio come difenderti da essa.
Che cos’è l’inflazione e quali sono gli effetti per l’investitore?
A Gennaio 2022, il tasso d’inflazione, aumento medio percentuale dei prezzi negli ultimi 12 mesi, ha toccato il:
- 6,7% in Italia;
- 7,5% in UE;
- 7,9% in USA.
Un aumento generalizzato dei prezzi provoca degli effetti dannosi per un investitore, sia erodendo il potenziale delle obbligazioni che quello delle azioni.
In particolare:
- per le obbligazioni l’inflazione riduce non solo il rendimento sottostante ma anche il valore reale del capitale rimborsato alla scadenza;
- per le azioni, essendosi ridotto il potere d’acquisto del consumatore con conseguenti effetti sugli acquisti, la capacità di generare utili della società in futuro sarà più bassa, portando ad un diminuzione del valore dell’azione stessa.
In un tale scenario, sei necessariamente portato a cercare strumenti in grado di poter difendere il proprio portafoglio da tali rischi.
Tra questi si possono trovare l’oro, le materie prime e le obbligazioni indicizzate all’inflazione.
Cosa sono le obbligazioni inflation linked?
Il funzionamento delle obbligazioni inflation linked pur essendo simile a quello delle classiche obbligazioni nominali, possiede delle particolarità che le portano ad essere un valido asset nei periodi di alta inflazione.
Osserviamo ora, con scrupolosa attenzione, il funzionamento delle obbligazioni inflation linked.
In primo luogo, esse consentono di ottenere cedole e rimborso del capitale rivalutati all’inflazione.
Facciamo un esempio.
Ipotizza di investire 10.000 € in un’obbligazione inflation linked a 10 anni con un rendimento annualizzato del 2%.
Ogni anno, come da prassi, ti verrà corrisposto tale interesse, in questo caso di 200 € (10.000€ * 2%).
Nel caso in cui però nell’anno seguente si dovesse verificare un aumento dell’inflazione pari al 5% succederebbe questo:
- il capitale investito subirebbe un rivalutazione fino a raggiungere 10.500€ (che si riceveranno alla scadenza dell’obbligazione);
- le cedole corrisposte, saranno calcolate non più su 10.000€ ma sui “rivalutati” 10.500€ diventando così pari a 210€.
Chiaramente, nel caso in cui ci si dovesse trovare in uno scenario deflazionistico (diminuzione del livello generalizzato dei prezzi, per essere chiari un tasso d’inflazione negativo), si subirebbe l’effetto contrario.
L’obbligazione se portata a scadenza restituirà sempre un valore pari a 100 ma non sarai riuscito a sfruttare il motivo per cui l’hai comprata, cioè proteggerti dal rialzo dell’inflazione.
Se pensi che in caso di aumento di inflazione basti inserire questo strumento in portafoglio ed il gioco sia fatto purtroppo ti sbagli.
Non è esattamente così, per due motivi in particolare.
1) Le obbligazioni inflation linked non sono agganciate al tasso di inflazione ma alle cosiddette aspettative di inflazione (in gergo “breakeven inflation”).
Di conseguenza il rendimento delle obbligazioni inflation linked non è ancorato al tasso di inflazione attuale ma alle aspettative future.
Nel momento in cui le aspettative degli operatori di mercato sono relative ad un “aumento dell’inflazione”, valore maggiore del breakeven inflation, le obbligazioni inflation linked riconosceranno tutti i vantaggi descritti in precedenza.
Mentre nel caso in cui le aspettative siano al di sotto di tale valore, tali obbligazioni non saranno in grado di performare al meglio ed è sicuramente più vantaggioso detenere obbligazioni nominali in portafoglio.
2) In una situazione di inflazione la Banca Centrale è solita aumentare i tassi d’interesse provocando una diminuzione dei consumi e della domanda, con conseguente diminuzione della spinta inflazionistica.
Se prevedo l’inflazione ribilancio il portafoglio
Come ogni scenario economico, non è possibile prevedere con estrema certezza uno scenario inflazionistico.
Il compito delle Banche Centrali è quello di tenere sotto controllo l’inflazione, ma non sempre possono riuscire in questo scopo.
Di conseguenza, come ci insegna Ray Dalio e il suo portafoglio “All Weather”, tu come investitore devi essere pronto ad ogni scenario economico.
Per tanto, le obbligazioni inflation linked, evidenziando storicamente una bassa correlazione con azioni, materie prime e altre classi, consentono non solo di diversificare il portafoglio ma anche uno strumento fondamentale per proteggersi da “aspettative di spinte inflazionistiche”.
Il grafico sottostante mostra come l’ETF di BlackRock abbia performato molto bene negli ultimi 3 anni, grazie all’aspettative di rialzo dell’inflazione.
Tale strumento sarebbe stato una validissima protezione nei confronti dell’inflazione attuale.
Come avrai capito le obbligazioni inflation linked possono essere acquistate anche sottoforma di ETF, il chè rende l’investimento più diversificato.
Considerazioni finali
Le obbligazioni indicizzate all’inflazione sono degli ottimi strumenti se vuoi proteggere il tuo portafoglio dall’inflazione.
Inflazione che però non deve essere già aumentata ma che si stima possa crescere nel futuro immediato.
In questo momento storico forse è troppo tardi per comprare ETF di questo tipo in quanto l’inflazione rispetto ad un anno fa è aumentata drasticamente quindi i bellissimi rialzi sono già avvenuti.
Se comunque sei incerto riguardo questo momento economico puoi prenotare una consulenza personalizzata 100% indipendente e senza conflitto di interesse che ti aiuterà a migliorare i tuoi investimenti.