Lo scorso maggio l’ESMA, l’Autorità europea che vigila sui mercati finanziari, ha lanciato una consultazione pubblica sul cosiddetto Investor Journey, cioè il percorso che porta i risparmiatori ad avvicinarsi agli investimenti e a rapportarsi con banche, consulenti e piattaforme digitali.
La consultazione si è chiusa il 21 luglio 2025 e ha raccolto contributi da associazioni di consumatori, operatori finanziari e realtà del settore. Anche Ascofind, l’associazione che rappresenta le società di consulenza finanziarie indipendenti in Italia, ha inviato le proprie osservazioni, portando l’esperienza diretta della consulenza indipendente.
Un contesto che richiede semplificazione
La protezione dei risparmiatori è da sempre una priorità dell’Unione Europea. Negli anni sono state introdotte regole importanti per garantire trasparenza e correttezza, a partire dalla direttiva MiFID II.
Tuttavia se da un lato queste norme hanno alzato il livello di tutela, dall’altro hanno reso l’esperienza dei piccoli investitori più complessa del previsto. Informazioni troppo lunghe e poco chiare, burocrazia ripetitiva e documenti pieni di tecnicismi hanno finito per scoraggiare molti risparmiatore che avrebbero voluto investire.
Il documento diffuso dall’ESMA a maggio aveva proprio questo obiettivo: capire se sia possibile semplificare il percorso degli investitori senza ridurre le protezioni. Per questo è stato pensato soprattutto per le associazioni di consumatori, con l’invito a raccontare esperienze concrete ed esempi reali.
Le barriere che frenano i risparmiatori
La consultazione ha posto l’accento su un tema cruciale: perché tanti cittadini preferiscono lasciare i risparmi sui conti correnti invece di investirli? Le ragioni sono molte. Da una parte c’è il timore di perdere denaro, alimentato anche da esperienze negative passate o da rendimenti deludenti. Dall’altra pesa la scarsa comprensione di alcuni prodotti finanziari, spesso percepiti come troppo complicati.
Secondo l’Eurobarometro (il sondaggio della Commissione Europea che misura periodicamente le opinioni e le competenze dei cittadini nei vari Paesi membri) 2023, più di un quarto degli italiani (superando la media UE) ha un livello molto basso di alfabetizzazione finanziaria, elemento che rappresenta una delle principali barriere all’ingresso nei mercati dei capitali.
Un altro nodo riguarda i costi. Molti investitori ritengono che commissioni e oneri siano poco chiari o difficili da confrontare e, di conseguenza, dubitano che il servizio offerto valga davvero il prezzo pagato. Un’indagine plus del 2024, citata da Ascofind, ha rilevato che in media i risparmiatori italiani pagano più del 2% l’anno, un quarto supera il 4%, con punte al di sopra del 5%.
A questo si aggiunge un problema di fiducia nei confronti degli intermediari: alcuni clienti hanno la sensazione di ricevere consigli non del tutto indipendenti, influenzati da conflitti di interesse o poco adatti alle loro esigenze. Eurobarometro 2023 conferma che in Italia meno del 40 % degli intervistatati ha espresso fiducia nella consulenza ricevuta.
Infine, ci sono fattori psicologici e culturali, come l’avversione al rischio, la preferenza per strumenti tradizionali o la semplice tendenza a rimandare decisioni considerate troppo complesse.
Giovani e attrazione per il rischio
L’ESMA ha voluto approfondire anche un fenomeno sempre più evidente: l’interesse dei giovani per strumenti speculativi e volatili, come le cripto-valute. La domanda che si è posta è se questa propensione nasca da aspettative di guadagni rapidi, da una percezione distorta del rischio o dall’impatto del marketing digitale e dei social. Secondo i dati CONSOB, riportati da Ascofind, il 18 % degli investitori italiani possiede già crypto (contro l’8% del 2022).
Si tratta di un tema delicato, perché mette in luce un rapporto diverso tra nuove generazioni e strumenti finanziari tradizionali, che rischiano di apparire meno attraenti rispetto alle promesse della finanza “alternativa”.
Informazioni: tante, ma sono davvero utili?
Un altro capitolo importante riguarda la qualità delle informazioni. Le regole europee obbligano banche e intermediari a fornire ai clienti dati completi su costi, rischi, strategie e prodotti. Ma se sulla carta questa trasparenza è fondamentale, nella pratica può trasformarsi in un labirinto di documenti lunghi e complessi. Una mole quasi infinita di informazioni che invece di aiutare il risparmiatore finisce per confonderlo e disorientarlo.
Fiscalità, crowdfunding, adeguatezza e sostenibilità
Anche la fiscalità è entrata nel dibattito: le regole fiscali eccessivamente diverse da Paese a Paese creano spesso ostacoli a chi vorrebbe investire oltre confine. Ascofind ha inoltre evidenziato che la mancanza di incentivi fiscali stabili per gli investimenti di lungo periodo siano un’altra barriera di ingresso.
Sul crowdfunding, regolamentato a livello europeo solo dal 2023, l’ESMA ha chiesto di segnalare eventuali ostacoli legati a chiarezza, accessibilità e qualità dell’esperienza per gli investitori.
Tra i temi trattati c’è anche la valutazione di adeguatezza, un documento previsto quando il cliente riceve consulenza o affida la gestione del portafoglio. Nata per tutelare l’investitore, richiede all’intermediario di raccogliere informazioni sul suo profilo e sugli obiettivi finanziari. Ma nella pratica viene spesso percepita come un passaggio burocratico, più formale che realmente utile alle decisioni di investimento. Da qualche anno compilando questo questionario i risparmiatori devono indicare anche le proprie preferenze di sostenibilità. Ascofind ha sottolineato come queste domande siano troppo tecniche e complesse e rischino di allontanare i clienti dagli investimenti ESG invece di incentivarli.
Conclusioni
Con la chiusura della consultazione, l’ESMA analizzerà nei prossimi mesi i contributi ricevuti per valutare possibili interventi. Non si tratta di riscrivere tutto da capo, ma di capire dove la normativa ha prodotto buoni risultati e dove invece può essere migliorata. L’obiettivo resta lo stesso: garantire protezione e trasparenza senza trasformare l’esperienza degli investitori in un percorso ad ostacoli.
Ascofind, nella propria risposta, ha sottolineato l’importanza di coniugare tutela e semplicità. La vera protezione, ha evidenziato, non passa attraverso l’accumulo di nuove regole ma dalla capacità di offrire informazioni chiare e confrontabili, di eliminare i conflitti di interesse e di costruire processi digitali più lineari e vicini alle esigenze reali dei risparmiatori. L’associazione, che da anni rappresenta in Italia i consulenti finanziari indipendenti, ha ribadito il valore di un modello di consulenza libero da retrocessioni e condizionamenti commerciali, fondato su un rapporto chiaro e trasparente con il cliente.
Si tratta dell’approccio fee-only, in cui la consulenza viene remunerata esclusivamente a parcella: un sistema che non solo elimina i potenziali conflitti di interesse, ma garantisce anche che ogni scelta proposta sia pienamente coerente con gli obiettivi, le priorità e le necessità concrete del risparmiatore.
Nei prossimi mesi sarà compito dell’ESMA dare un seguito concreto a queste evidenze, così da rendere i mercati dei capitali europei più accessibili e trasparenti per tutti.