S&P 500: la guida definitiva

La guida definitiva sullo S&P 500: storia, funzionamento, composizione, rendimenti, rischi e come è possibile investirci.

Lo S&P 500 è l’indice azionario più rappresentativo del mercato statunitense e non solo.

Se investi nei mercati finanziari DEVI CONOSCERE questo indice di mercato.

L’indice Standard & Poor’s 500, più comunemente conosciuto come S&P500 o semplicemente S&P, è un indice azionario che comprende 500 delle maggiori società quotate nelle borse statunitensi, in particolare il New York Stock Exchange (NYSE) e il NASDAQ. 

La composizione attuale dell’indice include aziende che operano in vari settori economici, offrendo una rappresentazione ampia dell’economia statunitense.

In questa guida esploreremo la storia di questo indice, il suo funzionamento, la sua composizione, i rendimenti e i rischi che ha registrato in passato, e soprattutto come è possibile investirci.

Prima di iniziare è doveroso capire cosa è un indice di mercato o di borsa.

Cos’è un indice di mercato

Un indice di mercato o di borsa è un indicatore statistico che misura le variazioni di valore di un insieme specifico di titoli azionari o altri strumenti finanziari quotati su una borsa valori. 

Gli indici sono composti da un gruppo selezionato di azioni, obbligazioni o altri asset che rappresentano un determinato mercato, settore o segmento dell’economia. 

Servono come punto di riferimento per valutare la performance complessiva del mercato o di un particolare settore o paese.

Alcuni esempi di indici di borsa:

  • S&P 500: Comprende 500 grandi società statunitensi.
  • Dow Jones Industrial Average (DJIA): Include 30 importanti società statunitensi.
  • FTSE MIB: Composto dalle 40 principali società quotate sulla Borsa Italiana.

Il primo indice azionario della storia è generalmente considerato il Dow Jones Transportation Average, creato nel 1884 da Charles Dow. Questo indice tracciava l’andamento delle principali società di trasporto negli Stati Uniti. 

Successivamente, nel 1896, Dow introdusse il Dow Jones Industrial Average, che è uno degli indici azionari più antichi e ancora oggi ampiamente utilizzato per misurare la performance del mercato azionario statunitense.

Perché un Indice di Borsa è Utilizzato come Parametro per Investire nei Mercati Finanziari?

Gli indici di borsa sono utilizzati come parametri di riferimento (benchmark) per diverse ragioni:

  1. Misurazione della Performance: Permettono agli investitori di confrontare la performance del proprio portafoglio con quella del mercato nel suo complesso o di un settore specifico.
  2. Indicatore Economico: Riflettono lo stato di salute dell’economia o di un settore, aiutando gli investitori a prendere decisioni informate.
  3. Diversificazione: Investire in un indice consente di diversificare il portafoglio, riducendo il rischio associato a singole azioni.
  4. Semplicità e Trasparenza: Forniscono un modo semplice per seguire l’andamento del mercato senza dover analizzare ogni singolo titolo.
  5. Base per Prodotti Finanziari: Molti prodotti di investimento, come gli ETF e i fondi indicizzati, sono progettati per replicare la performance di un indice specifico.

Come specificato nell’ultimo punto: un indice di mercato è la base per un prodotto finanziario.

L’indice di borsa viene prima di un ETF o di un fondo.

Prima si sceglie l’indice e poi si sceglie lo strumento finanziario, non il contrario come accade quasi sempre.

La strategia di investimento basata sul replicare le performance di un indice di mercato prende il nome di index investing.

Cos’è l’index investing

L’index investing, o investimento indicizzato, è una strategia di investimento passiva che mira a replicare la performance di un indice di mercato piuttosto che cercare di superarlo. 

Gli investitori che adottano questa strategia acquistano strumenti finanziari a gestione passiva, gli ETF.

Gli ETF (Exchange Traded Fund) sono fondi di investimento quotati in borsa che replicano un indice specifico, consentendo agli investitori di acquistare un intero paniere di titoli attraverso una singola transazione.

Le caratteristiche principali dell’index investing sono:

  • Passività: Non richiede la selezione attiva dei titoli, segue semplicemente l’indice.
  • Costi Inferiori: Meno transazioni e gestione più semplice si traducono in commissioni più basse.
  • Diversificazione: Fornisce un’ampia esposizione al mercato o a un settore specifico.
  • Performance in Linea con il Mercato: L’obiettivo è ottenere rendimenti simili a quelli dell’indice sottostante.

Vantaggi:

  • Efficienza dei Costi: Commissioni di gestione più basse rispetto ai fondi gestiti attivamente.
  • Riduzione del Rischio: La diversificazione riduce il rischio specifico di singoli titoli.
  • Semplicità: Strategia adatta anche a investitori meno esperti.

Svantaggi:

  • Mancanza di Flessibilità: Non permette di adattarsi rapidamente ai cambiamenti di mercato.
  • Performance Limitata: Non offre la possibilità di superare l’indice.

Ricapitolando, l’index investing con gli ETF è una strategia efficace per gli investitori che cercano un approccio semplice, economico e diversificato ai mercati finanziari. 

Offre l’opportunità di partecipare alla crescita economica globale senza la complessità della gestione attiva del portafoglio.

Ora che abbiamo capito cosa è un indice di mercato, l’index investing e gli ETF possiamo finalmente arrivare a parlare dell’indice S&P 500.

Cos’è lo S&P 500

Lo S&P 500 è un indice azionario che comprende 500 delle maggiori società quotate nelle borse statunitensi, in particolare il New York Stock Exchange (NYSE) e il NASDAQ. 

La composizione attuale dell’indice include aziende che operano in vari settori economici, offrendo una rappresentazione ampia dell’economia statunitense.

Alcune delle società più significative nell’S&P 500 sono:

  • Tecnologia dell’informazione:
    • Apple Inc.
    • Microsoft Corporation
    • Alphabet Inc. (Google)
    • Amazon.com, Inc.
    • Meta Platforms, Inc. (Facebook)
  • Sanità:
    • Johnson & Johnson
    • Pfizer Inc.
    • UnitedHealth Group Incorporated
  • Finanza:
    • JPMorgan Chase & Co.
    • Bank of America Corporation
    • Wells Fargo & Company
  • Beni di consumo discrezionali:
    • The Home Depot, Inc.
    • Nike, Inc.

La composizione dell’indice viene aggiornata periodicamente per riflettere le evoluzioni del mercato e sostituire le società che non soddisfano più i criteri di inclusione.

Le storia dello S&P 500

Lo S&P 500 è nato il 4 marzo 1957. È stato creato dall’agenzia di rating finanziario Standard & Poor’s, risultato della fusione tra la Standard Statistics Company (fondata nel 1906) e la Poor’s Publishing (fondata nel 1860 da Henry Varnum Poor).

Prima della creazione dello S&P 500, Standard & Poor’s pubblicava già degli indici azionari. 

Nel 1923, la Standard Statistics Company introdusse un indice che comprendeva 233 società ed era calcolato settimanalmente. 

Nel 1926, l’indice fu ampliato per includere 90 azioni e veniva calcolato giornalmente. Tuttavia, questi indici erano meno rappresentativi rispetto all’S&P 500 moderno.

Come si è sviluppato nel corso del tempo?

  • 1957: L’introduzione dello S&P 500 segnò una svolta significativa perché fu il primo indice azionario statunitense calcolato con l’ausilio di un computer. Questo permise un aggiornamento più rapido e accurato dei prezzi, riflettendo meglio l’andamento del mercato in tempo reale.
  • Anni ’60 e ’70: L’S&P 500 iniziò a guadagnare popolarità tra gli investitori istituzionali e individuali come benchmark per il mercato azionario statunitense. La diversificazione dell’indice, che includeva una vasta gamma di settori industriali, lo rese un indicatore più rappresentativo rispetto ad altri indici più ristretti come il Dow Jones Industrial Average (DJIA).
  • 1982: Furono introdotti i contratti futures sull’S&P 500 dal Chicago Mercantile Exchange (CME), permettendo agli investitori di negoziare derivati basati sull’indice. Questo aumentò la liquidità e l’importanza dell’S&P 500 nei mercati finanziari.
  • 1993: L’introduzione dell’SPDR S&P 500 ETF Trust (ticker: SPY), il primo ETF (Exchange-Traded Fund) basato sull’S&P 500, rese possibile per gli investitori acquistare un singolo titolo che replicasse la performance dell’indice. Questo rivoluzionò il modo in cui gli investitori potevano accedere al mercato azionario.
  • Anni 2000: Con l’avvento della tecnologia e l’aumento delle società tecnologiche, l’S&P 500 adattò la sua composizione per riflettere questi cambiamenti, aumentando il peso del settore tecnologico nell’indice.
  • Crisi Finanziarie: L’S&P 500 ha attraversato varie crisi economiche, tra cui la bolla delle dot-com nel 2000, la crisi finanziaria globale del 2008 e la pandemia di COVID-19 nel 2020. Nonostante la volatilità a breve termine, l’indice ha dimostrato resilienza, recuperando e superando i livelli precedenti alle crisi.

Come viene calcolato lo S&P 500

L’S&P 500 è un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato flottante, il che significa che le aziende con una maggiore capitalizzazione di mercato influenzano maggiormente l’indice. 

Il calcolo avviene nel seguente modo:

  1. Capitalizzazione di mercato flottante: Si calcola moltiplicando il prezzo delle azioni per il numero di azioni disponibili al pubblico.
  2. Somma delle capitalizzazioni: Si sommano le capitalizzazioni di mercato flottante di tutte le 500 società.
  3. Divisore dell’indice: Questo è un numero proprietario utilizzato per normalizzare l’indice e tener conto di cambiamenti come scissioni azionarie, fusioni e altri eventi societari.

La formula semplificata è:

Il divisore viene costantemente aggiornato per garantire che questi eventi non alterino il valore dell’indice.

Come vengono selezionate le aziende incluse nell’indice

Le aziende vengono selezionate per l’S&P 500 in base a criteri stabiliti dal Comitato di Indici S&P Dow Jones, tra cui:

  • Capitalizzazione di mercato: Le società devono avere una capitalizzazione di mercato minima di circa 13,1 miliardi di dollari.
  • Liquidità: Devono avere un volume di scambi adeguato, con un rapporto tra volume annuale e capitalizzazione di mercato flottante di almeno 1,0.
  • Flottante pubblico: Almeno il 50% delle azioni devono essere disponibili per il pubblico (non detenute da insider o entità strategiche).
  • Sede negli Stati Uniti: Le società devono avere sede legale negli Stati Uniti e essere quotate su una borsa statunitense.
  • Performance finanziaria: Devono aver riportato utili positivi nell’ultimo trimestre e negli ultimi quattro trimestri cumulativi.
  • Diversificazione settoriale: Il comitato cerca di mantenere un equilibrio tra i diversi settori economici.

Le decisioni finali di inclusione o esclusione sono a discrezione del comitato, che considera anche fattori qualitativi.

Quali settori industriali sono maggiormente rappresentati

S&P 500
Fonte: https://www.ssga.com/us/en/intermediary

Al momento, i settori Tecnologia dell’informazione, Sanità e Finanza sono tra i più rappresentati, sia in termini di numero di aziende che di peso nell’indice. 

Questo riflette l’importanza di questi settori nell’economia statunitense moderna che però è molto diversa rispetta a quella dei decenni scorsi:

Quali società sono maggiormente rappresentate

S&P 500
Fonte: https://www.ssga.com/us/en/intermediary

Le prime 10 posizioni hanno un peso del 34,72%.

Probabilmente hai sentito parlare delle cosiddette “Magnifiche 7”.

“Magnifiche 7” è un termine utilizzato per descrivere le sette aziende tecnologiche più grandi e influenti dell’indice S&P 500 e dell’intero mercato globale. 

Queste società hanno avuto un impatto notevole sui mercati grazie alla loro crescita esponenziale e alla forte capitalizzazione di mercato.

Le Magnifiche 7 rappresentano circa il 30% dell’indice:

  1. Apple (AAPL)
  2. Microsoft (MSFT)
  3. Amazon (AMZN)
  4. Alphabet (GOOGL)
  5. Meta Platforms (META)
  6. NVIDIA (NVDA)
  7. Tesla (TSLA)

Come per il discorso dei settori, anche le società più rappresentative sono cambiate radicalmente nel corso del tempo.

Negli anni 2000 per esempio nessuna società nella top 10 attuale era nelle prime 10 posizioni dell’indice:

Fonte: https://bilello.blog/

Qual è il rendimento storico dell’S&P 500

Fonte: https://it.tradingview.com/ (rendimento del +1.130% negli ultimi 30 anni dal 1994 al 2024)

Storicamente, l’S&P 500 ha prodotto un rendimento medio annuo di circa 10%, includendo i dividendi reinvestiti, con una volatlità di circa il 15%.

Il grafico sottostante mostra il rendimento reale medio annuo aritmetico dell’S&P 500 su vari periodi di tempo.

Vediamo ora il rendimento annuale dal 1993 al 2023:

Fonte: https://curvo.eu/backtest/it

Quest’altra tabella invece mostra quanto spesso il mercato azionario, rappresentato dall’indice S&P 500, ha registrato rendimenti positivi su diversi orizzonti temporali dal 1950 al 2023.

Questo significa che i tuoi investimenti saranno positivi in più dell’80% dei casi dopo 5 anni, in più del 90% dei casi dopo 10 anni e nel 100% dei casi dopo 15 anni.

S&P 500

Quali sono i rischi associati all’investimento nell’S&P 500?

  • Rischio di mercato: Possibilità di perdite dovute a fluttuazioni generali del mercato azionario.
  • Rischio economico: Rallentamenti economici o recessioni possono influenzare negativamente le aziende dell’indice.
  • Rischio di settore: Alcuni settori possono performare peggio di altri, influenzando l’indice.
  • Rischio di concentrazione: L’indice è ponderato verso le aziende con maggiore capitalizzazione, spesso nel settore tecnologico.
  • Rischio di tasso di cambio: Per gli investitori non statunitensi, le fluttuazioni del dollaro possono influenzare i rendimenti.

Perché l’S&P 500 è così importante

Ogni investitore dovrebbe conoscere lo S&P 500 in quanto è diventato il barometro dello stato di salute del mercato azionario per diversi motivi:

  1. Ampia Rappresentatività: Comprende 500 delle maggiori società a grande capitalizzazione negli Stati Uniti, coprendo circa l’80% della capitalizzazione di mercato totale delle borse statunitensi. Questa ampia copertura settoriale e industriale rende l’S&P 500 un indicatore altamente rappresentativo dell’economia statunitense.
  2. Ponderazione per Capitalizzazione di Mercato: L’indice è ponderato in base alla capitalizzazione di mercato flottante delle società componenti. Ciò significa che le società più grandi hanno un impatto maggiore sull’indice, riflettendo in modo più accurato le dimensioni e l’importanza relative delle società nel mercato.
  3. Strumento di Benchmarking: È ampiamente utilizzato come benchmark di riferimento per valutare la performance di fondi comuni, ETF e gestori di portafoglio. Gli investitori lo utilizzano per confrontare i rendimenti dei propri investimenti e valutare l’efficacia delle loro strategie di investimento.
  4. Disponibilità di Prodotti Finanziari: La disponibilità di numerosi prodotti finanziari legati all’S&P 500, come ETF, fondi indicizzati, futures e opzioni, ha reso l’indice facilmente accessibile agli investitori di tutto il mondo, aumentando la sua importanza e influenza.
  5. Indicatore Economico: È considerato un indicatore anticipatore della salute economica degli Stati Uniti. Le sue fluttuazioni riflettono le aspettative degli investitori riguardo alla crescita economica, ai profitti aziendali e alle condizioni macroeconomiche.

Lo S&P 500 non riflette solo lo stato dell’economia statunitense ma ha anche un impatto significativo a livello globale.

Impatto a livello Statunitense

L’S&P 500 rappresenta più dell’80% della capitalizzazione di mercato totale del mercato azionario statunitense. 

Questo significa che le 500 aziende incluse nell’indice costituiscono la stragrande maggioranza del valore totale delle società quotate negli Stati Uniti. 

La ponderazione basata sulla capitalizzazione di mercato nell’S&P 500 fa sì che le aziende più grandi abbiano un impatto maggiore sull’indice, riflettendo così in modo accurato la struttura del mercato azionario statunitense.

Se si vuole andare ad investire nel restante 20% del mercato americano bisogna andare a scegliere altri indici di mercato come lo S&P 600 e il Russell 2000 che replicano le società a piccola capitalizzazione o lo S&P 400 che replica le società a media capitalizzazione.

Impatto a livello Mondiale

Per quanto riguarda il mercato azionario globale, l’S&P 500 rappresenta una porzione significativa ma inferiore rispetto al suo peso negli Stati Uniti, costituendo circa il 35-40% della capitalizzazione di mercato globale.

Mentre l’S&P 500 rappresenta una porzione importante del mercato globale, non copre le società non statunitensi. 

Pertanto, per avere una visione completa del mercato azionario mondiale, gli investitori spesso considerano altri indici globali come l’MSCI World Index o l’FTSE All World Index.

Quali fattori macroeconomici influenzano maggiormente l’andamento dell’S&P 500?

  • Tassi di interesse: Modifiche ai tassi influenzano i costi di prestito e l’investimento aziendale. Le riduzioni dei tassi tendono a stimolare l’economia e possono aumentare i prezzi delle azioni. Gli aumenti dei tassi possono rallentare l’economia e mettere pressione sui mercati azionari.
  • Crescita del PIL: Una crescita economica forte tende a sostenere i mercati azionari.
  • Inflazione: Tassi di inflazione elevati possono erodere i margini di profitto e diminuire il valore dei rendimenti reali.
  • Disoccupazione: Tassi di occupazione elevati possono aumentare la spesa dei consumatori.
  • Politiche fiscali e monetarie: Stimoli o restrizioni possono influenzare l’economia e i mercati.
  • Eventi geopolitici: Guerre, elezioni e tensioni commerciali possono causare volatilità.

Quali sono le differenze tra S&P 500, Nasdaq 100 e Dow Jones Industrial Average

Tra gli altri indici di mercato più rappresentativi del mercato azionario statunitense troviamo il Nasdaq 100 e il Dow Jones Industrial Average (DJIA).

Vediamo quali sono le differenze tra questi tre indici.

1. Composizione:

  • S&P 500: Include 500 grandi aziende statunitensi di diversi settori economici.
  • NASDAQ 100: Comprende le 100 maggiori società non finanziarie quotate sul NASDAQ, con una forte concentrazione sulla tecnologia.
  • DJIA: Include 30 grandi società industriali e di consumo, scelte per la loro stabilità e rappresentatività del settore economico.

2. Ponderazione:

  • S&P 500 e NASDAQ 100: Ponderati per capitalizzazione di mercato, ovvero le aziende più grandi hanno un peso maggiore.
  • DJIA: Ponderato per il prezzo delle azioni; aziende con prezzi di azioni più alti hanno maggiore influenza sull’indice.

3. Settori Rappresentati:

  • S&P 500: Copre vari settori (tecnologia, finanza, salute, beni di consumo, energia, ecc.).
  • NASDAQ 100: Fortemente concentrato sulla tecnologia (aziende come Apple, Microsoft, Amazon dominano).
  • DJIA: Include aziende consolidate di vari settori, ma con una presenza limitata nel settore tecnologico.

4. Volatilità e Performance:

  • NASDAQ 100: Più volatile, poiché fortemente esposto alla tecnologia, con rendimenti più elevati in periodi di boom tecnologico.
  • S&P 500: Meno volatile rispetto al NASDAQ, ma rappresenta un mix più ampio di settori.
  • DJIA: Tende a essere il meno volatile, grazie alla selezione di aziende più consolidate e stabili.

5. Rappresentatività Economica:

  • S&P 500: È il più rappresentativo dell’economia statunitense, coprendo circa l’80% della capitalizzazione di mercato del Paese.
  • NASDAQ 100: Riflette principalmente le aziende tecnologiche e di crescita, quindi non è rappresentativo di tutta l’economia.
  • DJIA: È un indicatore più tradizionale, che rappresenta aziende industriali e di consumo, ma copre un numero limitato di titoli.

6. Obiettivi degli Investitori:

  • S&P 500: È preferito dagli investitori che cercano esposizione ampia al mercato azionario statunitense.
  • NASDAQ 100: Adatto per chi cerca esposizione alle aziende tecnologiche e di crescita.
  • DJIA: Ideale per chi cerca investimenti in aziende stabili e consolidate.

In sintesi, la principale differenza risiede nella composizione settoriale, nella ponderazione e nel livello di volatilità, con l’S&P 500 che offre una diversificazione più ampia, il NASDAQ 100 concentrato sulla tecnologia, e il DJIA che rappresenta aziende più stabili e consolidate.

Migliori ETF S&P 500

Come investire nello S&P 500?

Grazie alla strategia index investing e grazie agli ETF.

Esistono numerosi ETF che replicano lo stesso indice di mercato, soprattutto se si tratta del più famoso in assoluto.

Per valutare la bontà di un ETF bisogna considerare diversi fattori:

  • Commissioni di Gestione (TER): preferire ETF con commissioni più basse.
  • Tracking Error: preferire un basso tracking error perché indica che l’ETF segue fedelmente l’indice.
  • Liquidità: preferire ETF con volumi di scambio elevati che offrono una maggiore facilità di acquisto e vendita.
  • Dimensione:Il valore totale degli asset (Asset Under Management, o AUM) gestiti rappresenta la quantità complessiva di denaro investito in un fondo da parte di tutti gli investitori. Preferire ETF con una dimensione più alta. 
  • Politica dei Dividendi: si può scegliere se i dividendi vengono distribuiti o vengono accumulati all’interno del fondo
  • Spread: differenza tra prezzo di acquisto (ask) e prezzo di vendita (bid). Preferire ETF con lo spread più basso.

I migliori ETF sullo S&P 500 che vedremo di seguito sono perfetti per 4 tipi di investitori diversi che vogliono raggiungere i loro specifici obiettivi finanziari:

  • accumulazione (PIC)
  • distribuzione
  • protezione valutaria
  • accumulazione (PAC)

Questi ETF ti permettono quindi di incrementare il tuo capitale con l’interesse composto, di ottenere delle rendite passive da esso, di non esporti al cambio dollaro/euro o di di accumulare costantemente il tuo capitale.

iShares Core S&P 500 UCITS ETF Acc (CSSPX)

Informazioni chiave:

ISIN – IE00B5BMR087

dimensione del fondo – 86.564 milioni

replica – fisica (replica totale)

data di quotazione – 19/05/2010

utilizzo dei proventi – accumulazione

TER – 0,07% annuo

rischio cambio – senza copertura valutaria

CSSPX è il migliore ETF S&P 500 ad accumulo ed è anche il più grande ETF quotato su Borsa Italiana.

Presenta purtroppo un’unica criticità cioè ha un prezzo per quota di circa 500 euro che potrebbe essere una cifra troppo elevata per fare un piano di accumulo.

Per questo è una scelta ottimale per un PIC, il piano di investimento di capitale fatto con un unico versamento.

iShares S&P 500 EUR Hedged UCITS ETF Acc (IUSE)

Informazioni chiave:

ISIN – IE00B3ZW0K18

dimensione del fondo – 6.119 milioni

replica – fisica (replica totale)

data di quotazione – 30/09/2010

utilizzo dei proventi – accumulazione

TER – 0,20% annuo

rischio cambio – copertura valutaria in euro

IUSE è il migliore ETF S&P 500 con copertura valutaria quindi NON presenta il rischio cambio, non devi preoccuparti delle oscillazioni valutarie tra dollaro ed euro.

Vanguard S&P 500 UCITS ETF (USD) Distributing (VUSA)

Informazioni chiave:

ISIN – IE00B3XXRP09

dimensione del fondo – 39.398 milioni

replica – fisica (replica totale)

data di quotazione – 22/05/2012

utilizzo dei proventi – distribuzione

frequenza – trimestrale

TER – 0,07% annuo

rischio cambio – senza copertura valutaria

IUSA è il migliore ETF a distribuzione S&P 500, utilissimo per ottenere delle cedole periodiche erogate trimestralmente che ammontano a circa ad un 1,5% annuo.

Vanguard S&P 500 UCITS ETF (USD) Accumulating (VUUA)

Informazioni chiave:

ISIN – IE00BFMXXD54

dimensione del fondo – 13.367 milioni

replica – fisica (replica totale)

data di quotazione – 14/05/2019

utilizzo dei proventi – accumulazione

TER – 0,07% annuo

rischio cambio – senza copertura valutaria

VUUA è il migliore ETF S&P 500 per un piano di accumulo (PAC) in quanto presenta un prezzo per quota di circa 95 dollari, risulta essere molto duttile anche per piccoli portafogli.

iShares S&P 500 Swap UCITS ETF USD (Acc) (I500)

Informazioni chiave:

ISIN – IE00BMTX1Y45

dimensione del fondo – 6.176 milioni

replica – sintetica (basata su swap)

data di quotazione – 24/09/2020

utilizzo dei proventi – accumulazione

TER – 0,05% annuo

rischio cambio – senza copertura valutaria

I500 è un ottimo ETF per fare un piano di accumulo soprattutto per chi ha tasche più piccole in quanto il prezzo per quota è di circa 8.

Al contrario dei precedenti offre una replica sintetica e quindi i sottostanti non vengono acquistati direttamente.

Considerazioni Finali

Lo S&P 500 è diventato uno degli indici azionari più importanti, se non il più importante, grazie alla sua ampia rappresentatività, alla metodologia di calcolo ponderata per la capitalizzazione di mercato e alla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti economici e settoriali. 

Dalla sua nascita nel 1957, l’indice ha evoluto per riflettere le dinamiche dell’economia statunitense, diventando un punto di riferimento fondamentale per investitori, analisti e policymaker.

La sua importanza deriva non solo dalla rappresentazione delle maggiori società statunitensi, ma anche dalla sua influenza sui mercati finanziari globali e dalla fiducia che gli investitori ripongono in esso come indicatore della salute economica e come strumento per la costruzione di portafogli diversificati.

Come battere il mercato

Quando si dice: “voglio battere il mercato” si fa riferimento proprio al S&P 500.

Dati alla mano non proverei minimamente a battere il mercato per non avere risultati spiacevoli.

Più del 90% dei fondi a gestione attiva ha sottoperformato lo S&P 500, quindi meno del 10% dei gestori riescono a battere il mercato.

Da quest’altra foto si nota come il 60% dei fondi a gestione attiva non sopravvive e il 30% dei fondi che sopravvive in realtà sottoperformance l’indice di riferimento.

Curiosità sullo S&P 500

Migliori Giorni 

Il miglior giorno della settimana è il mercoledì mentre il peggior giorno della settimana è il lunedì.

S&P 500

Migliori Mesi

I migliori mesi sono aprile, novembre e dicembre mentre il peggior mese è di gran lunga settembre.

S&P 500

10.000$ investiti negli ultimi 20 anni

Rimanere investiti a mercato è sempre la scelta migliore infatti se si perdessero anche solo i 10 giorni migliori il capitale accumulato scenderebbe da 63.676$ a 29.154$.

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