Quanto costa un consulente finanziario indipendente: modelli di parcella e esempi reali

Scopri come far crescere il tuo portafoglio in modo più efficiente e consapevole

Un’analisi indipendente del tuo portafoglio ti aiuta a capire se stai investendo in linea con i tuoi obiettivi, se stai pagando troppo in costi nascosti o se puoi migliorare la strategia senza stravolgere tutto.

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Non esiste un prezzo unico: varia in base al modello di parcella, al patrimonio e al tipo di servizio richiesto. La differenza con la banca, però, è netta.

Nelle banche non paghi una parcella fissa, ma sostieni costi nascosti dentro i prodotti: fondi, polizze, gestioni patrimoniali. Spesso questi costi pesano per il 2–3% l’anno sul tuo capitale. Su patrimoni medio-alti, significa decine di migliaia di euro che ogni anno si disperdono senza che tu ne abbia piena consapevolezza.

Con un consulente indipendente, invece, i costi sono espliciti, trasparenti e concordati in anticipo. Paghi per la consulenza, non per i prodotti. Questo ti permette di sapere sempre quanto spendi, cosa è incluso e cosa resta escluso, evitando sorprese e conflitti di interesse.

In qualità di Società di Consulenza Finanziaria (SCF) indipendente, Athena SCF lavora esclusivamente a parcella fissa, senza retrocessioni da banche o intermediari. Questo garantisce trasparenza e totale allineamento con l’interesse del cliente.

Quanto costa: numeri chiave

Parcella fissa (flat fee): 3.000–20.000 €/anno
Copre di norma analisi iniziale, ristrutturazione del portafoglio, implementazione assistita e monitoraggio. È lineare e trasparente; tende a convenire dal mezzo milione in su (ma dipende dall’ambito del servizio).
Esempio: su €1.000.000 una flat di €5.000/anno può costare meno di molte percentuali. La parcella è parametrata sulla complessità del caso e non solo sull’importo del capitale sotto consulenza.

Noi di Athena SCF utilizziamo questo modello proprio per eliminare conflitti di interesse e garantire costi certi e trasparenti, indipendenti dal capitale investito.

Percentuale sul patrimonio
0,5–1,0% sotto €1M, con scalini decrescenti oltre (es. 0,3–0,6% tra €1–3M).
Costo proporzionale e intuitivo, ma può incentivare a restare sempre investiti.
Esempi: 1% su €300.000 = €3.000/anno · 0,7% su €1.000.000 = €7.000/anno.

Oraria / una tantum: 100–300 €/h · pacchetti 500–2.000 €
Ideale per check-up, secondo parere o interventi mirati (mutuo, previdenza, ribilanciamento spot).
Paghi solo ciò che usi; non adatta a monitoraggio continuativo.

Performance fee: 10–20% dei guadagni (se prevista)
“Paghi se guadagni”, ma servono paletti (benchmark, high-water mark, orizzonte) per evitare incentivi eccessivi al rischio. Di norma non si applica in anni negativi.

Nota sui costi: le cifre sopra riguardano la parcella (a cui si applica l’IVA quando dovuta) e non includono i costi degli strumenti (TER di ETF/fondi), bid-ask spread, eventuali commissioni di negoziazione e imposte.

Modelli di parcella — pro e contro

Parcella fissa (flat fee)

Come funziona: importo annuo predefinito.
Pro: massima trasparenza, costi certi; zero incentivi ad aumentare rischio o capitale investito.
Contro: può risultare onerosa su capitali contenuti (incidenza percentuale più alta).
Ideale se: vuoi costi trasparenti e hai patrimonio medio/grande; su capitali piccoli va bene solo con flat modulabile.
Indicazione pratica: scelta equilibrata: costi trasparenti e incentivi neutri.

Oraria / una tantum

Come funziona: paghi solo il tempo effettivo o un pacchetto una tantum (check-up, secondo parere, interventi mirati).
Pro: paghi quando serve e quanto serve; costo contenuto e controllabile.
Contro: non adatta al monitoraggio continuativo.
Ideale se: capitale contenuto o ti serve un secondo parere su decisioni specifiche, senza canone.
Indicazione pratica: adatta quando il portafoglio non è grande o ti serve un intervento puntuale, non la gestione continua.

Percentuale sul patrimonio

Come funziona: percentuale annua sul patrimonio sotto consulenza (spesso con scaglioni).
Pro: costo proporzionale; può risultare competitivo su capitali medi.
Contro: possibile incentivo a restare sempre investiti; chiarire bene cosa è incluso.
Ideale se: percentuale bassa e trasparente; confronto numerico favorevole rispetto a una flat.
Indicazione pratica: valutare sempre il punto di pareggio rispetto alla flat.

Performance fee

Come funziona: percentuale sui guadagni realizzati.
Pro: all’apparenza “paghi se guadagni”.
Contro: conflitto d’interesse (spinta al rischio/market timing), asimmetria delle perdite a carico del cliente, focus sul breve con finestre di calcolo corte.
Ideale se: raramente; solo con paletti rigidi (benchmark adeguato, high-water mark permanente, hurdle reale, cap alla fee, orizzonte pluriennale).
Indicazione pratica: per una pianificazione di qualità è preferibile flat o oraria.

Tabella riassuntiva

Parcella fissa (flat fee)

Come funziona: importo annuo predefinito

Pro: costi certi; trasparenza; incentivi neutri

Contro: può essere onerosa su capitali contenuti

Quando sceglierla: patrimonio medio/grande; su capitali piccoli solo con flat modulabile; vuoi costi certi e incentivi neutri

Oraria / una tantum

Come funziona: paghi tempo o pacchetto (check-up, secondo parere, interventi mirati)

Pro: paghi quando e quanto serve; costo contenuto e controllabile

Contro: non adatta a monitoraggio continuativo

Quando sceglierla: capitale contenuto o bisogno di pareri/interventi puntuali senza canone; preferisci pagare a richiesta

Percentuale sul patrimonio

Come funziona: % annua sul patrimonio (con scaglioni)

Pro: costo proporzionale; competitiva su capitali medi

Contro: incentivo a restare sempre investiti; chiarire cosa è incluso

Quando sceglierla: percentuale bassa e trasparente; capitali medi; verifica sempre il punto di pareggio con la flat

Performance fee

Come funziona: % sui guadagni realizzati

Pro: “paghi se guadagni” (in apparenza)

Contro: conflitto d’interesse; asimmetria delle perdite; focus sul breve

Quando sceglierla: solo con benchmark adeguato, high-water mark permanente, hurdle reale e cap; altrimenti meglio flat o oraria

Quanto pagherai tu: punto di pareggio

Confronto tra percentuale sul patrimonio (1%) e flat €5.000:

  • €200.000 → 1% = €2.000/anno → costa meno della flat (€5.000)
  • €500.000 → 1% = €5.000/anno → pari (punto di pareggio)
  • €1.000.000 → 1% = €10.000/anno → conviene la flat

Formula rapida per calcolare la tua soglia:
Capitale di pareggio = flat annuale / percentuale (in decimali).

Esempi:

  • €5.000 / 0,01 = €500.000
  • €6.000 / 0,008 = €750.000

Importi al netto IVA; confronta sempre i servizi inclusi.

Banca “gratuita” vs indipendente fee-only

Molti risparmiatori credono che la consulenza in banca sia gratuita, perché non pagano una parcella fissa. Ma la verità è molto diversa: pagano costi nascosti.

Ogni anno i clienti subiscono:

  • commissioni di gestione sui fondi
  • commissioni di performance
  • costi di caricamento e di entrata
  • costi di uscita e penali
  • retrocessioni sulle polizze

Tutto questo pesa in media 2–3% all’anno sul patrimonio, a volte anche di più. Su un capitale di 500.000 €, significa spendere fino a 15.000 € ogni anno, senza rendersene conto. In 10 anni, parliamo di oltre 150.000 € di costi complessivi. Soldi che finiscono nelle tasche della banca e non rimangono nel tuo portafoglio.

Il consulente indipendente fee-only è l’opposto. Qui i costi sono trasparenti, concordati in anticipo, e non dipendono dai prodotti venduti. Non ci sono retrocessioni, non ci sono costi occulti: sai esattamente quanto paghi e per cosa.

È per questo che Athena SCF ha scelto di operare come consulente fee-only, con parcella chiara e concordata in anticipo, per permettere ai clienti di risparmiare anche decine di migliaia di euro nel lungo periodo.

L’evoluzione della consulenza e il costo nascosto dei promotori

Negli ultimi anni la consulenza finanziaria ha vissuto un profondo cambiamento. Sempre più investitori hanno iniziato a chiedere trasparenza e indipendenza, spostandosi progressivamente da modelli bancari tradizionali verso il fee-only.

Perché? Perché i costi “nascosti” hanno un impatto enorme. Spesso il promotore bancario non viene percepito come un costo diretto: il cliente non gli paga una parcella, ma i costi si annidano nei prodotti collocati (fondi, gestioni patrimoniali, polizze).

Secondo le stime di Morningstar, i fondi attivi applicano in media spese nell’ordine del 2% l’anno. Nella maggior parte dei casi, questi fondi non battono il mercato: significa che il cliente paga molto per ottenere un rendimento pari o addirittura inferiore a quello di un portafoglio di ETF low cost.

A questo si aggiungono:

  • commissioni di performance (anche quando non c’è vera sovraperformance),
  • costi di ingresso o uscita,
  • caricamenti occulti sulle polizze.

Su patrimoni medio-alti, questi costi possono superare decine di migliaia di euro ogni anno, andando a erodere i guadagni senza che il cliente ne abbia piena consapevolezza.

È proprio da questa presa di coscienza che nasce la crescente domanda di consulenti indipendenti fee-only, in grado di separare i costi della consulenza da quelli dei prodotti e di lavorare realmente nell’interesse del cliente.

Cosa è compreso e cosa no

Nel modello fee-only la trasparenza è totale: sai fin dall’inizio quali servizi stai pagando e quali costi restano invece a tuo carico.

Compreso: analisi iniziale del portafoglio, implementazione assistita delle strategie, monitoraggio costante, ribilanciamenti periodici e reportistica chiara.
Non compreso: i costi vivi dei mercati e degli strumenti finanziari, come il TER degli ETF o fondi, gli spread di negoziazione, le commissioni di esecuzione e le imposte fiscali.

Come scegliere: la checklist essenziale

Scegliere un consulente non significa solo guardare il prezzo, ma capire come lavora e per chi lavora.

  • Obiettivi e ambito: vuoi solo ottimizzare il portafoglio esistente o cerchi una pianificazione completa che includa anche previdenza, fiscalità e protezione del patrimonio?
  • Frequenza dei monitoraggi e tempi di risposta: un conto è ricevere un report una volta l’anno, un altro è avere un confronto costante e la certezza che le tue domande trovino risposta in tempi rapidi.
  • Struttura degli incentivi: se il consulente guadagna retrocessioni dai prodotti che ti propone, i tuoi interessi potrebbero non essere la priorità.
  • Costi di prodotto: preferisci strumenti efficienti a costo ridotto come gli ETF.
  • Parcella e IVA: deve essere chiara, con IVA indicata, e accompagnata da un elenco di ciò che è compreso e di ciò che resta escluso, per evitare sorprese future.

FAQ sui costi della consulenza indipendente

Meglio parcella fissa o percentuale sul patrimonio?

Dipende dal tuo capitale e dai servizi richiesti. Con patrimoni elevati conviene quasi sempre una parcella fissa, perché la percentuale cresce in modo proporzionale al capitale. La percentuale può essere adatta solo per patrimoni più contenuti.

La consulenza in banca è davvero “gratis”?

No. In banca non paghi una parcella esplicita, ma sostieni costi nascosti dentro i prodotti collocati: fondi, polizze, gestioni. Questi costi ammontano in media al 2–3% l’anno e, su capitali medio-alti, si trasformano in decine o centinaia di migliaia di euro nel tempo.

L’IVA si paga sulla parcella?

Sì. L’IVA (22%) si applica alla parcella del consulente indipendente. È un costo che va considerato, ma almeno è chiaro, visibile e deducibile in alcuni casi, a differenza dei costi occulti caricati nei prodotti bancari.

Con €300.000 quanto spendo, realisticamente?

In banca, con costi medi del 2% all’anno, pagheresti circa 6.000 € l’anno senza accorgertene. Con un consulente indipendente fee-only, una parcella tipica può aggirarsi intorno ai 3.000€ annui, chiara e concordata in anticipo.

Conclusione

La trasparenza è la differenza principale. Con un consulente indipendente sai sempre quanto spendi, come viene calcolata la parcella e quali servizi sono inclusi. In banca, invece, i costi restano nascosti dentro i prodotti e spesso non hai piena consapevolezza di quanto ti viene prelevato ogni anno.

Il punto di pareggio è fondamentale. Su patrimoni elevati una parcella fissa diventa quasi sempre più conveniente rispetto alla percentuale sul patrimonio, perché ti permette di stabilizzare la spesa e non vederla crescere in modo proporzionale al capitale investito.

Con l’indipendente paghi la consulenza e non i prodotti. Non ci sono retrocessioni, né incentivi a collocare strumenti costosi. Questo elimina il conflitto di interesse e ti garantisce un servizio realmente su misura, che guarda ai tuoi obiettivi e non al margine della banca.

Se vuoi capire quanto stai pagando oggi e se i tuoi costi sono davvero giustificati, puoi richiedere un check-up gratuito con Athena SCF o prenotare una call informativa. È il modo più semplice per fare chiarezza e iniziare a costruire un percorso di investimento davvero efficiente e trasparente.

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