Investimenti per bambini: le migliori soluzioni nel 2025

Scopri come far crescere il tuo portafoglio in modo più efficiente e consapevole

Un’analisi indipendente del tuo portafoglio ti aiuta a capire se stai investendo in linea con i tuoi obiettivi, se stai pagando troppo in costi nascosti o se puoi migliorare la strategia senza stravolgere tutto.

Richiedi ora

Investire per un bambino è uno degli atti più lungimiranti che un genitore possa compiere. Non si tratta solo di mettere da parte dei soldi, ma di costruire un futuro: offrire opportunità, supportare sogni, preparare con intelligenza le basi per affrontare la vita adulta con più libertà e meno vincoli.

Nel 2025 esistono numerose soluzioni per chi desidera farlo, ma non tutte sono adatte allo stesso modo. Alcune sono semplici ma poco redditizie. Altre promettono molto, ma nascondono costi o rigidità che possono vanificare l’obiettivo.

Questo articolo ti guida tra le migliori strategie di investimento per bambini, con un confronto chiaro tra strumenti tradizionali (libretti, buoni postali), soluzioni moderne (PAC in ETF), alternative patrimoniali (immobili, oro, criptovalute) ed elementi educativi fondamentali.

Perché investire nel futuro di un figlio non è solo una questione di denaro: è un progetto, e va pianificato con criterio.

Confronto tra le principali soluzioni disponibili nel 2025

Strumento Rendimento atteso Rischio Flessibilità Fiscalità Orizzonte ideale Note
Libretto di risparmio Molto basso (0–0,5%) Nessuno Bassa Esente da imposte fino a 5.000 € Breve termine Utile come strumento educativo
Buoni fruttiferi postali (BFPM) Medio (fino al 4,5% lordo) Nessuno Bassa 12,5% interessi, no bollo sotto 5.000 € Lungo termine (18 anni) Vincolato, giudice tutelare per rimborso
Fondo pensione intestato al minore Medio-basso Basso Nulla Deducibile solo se genitore a carico Lunghissimo termine Capitale bloccato, poca utilità reale
PAC in ETF intestato al genitore Medio-alto (5–7%) Medio Alta 26% solo su plusvalenze Medio-lungo termine Soluzione più efficiente e flessibile
Conto deposito / vincolato Basso (3–4%) Nessuno Media / Bassa 26% interessi Breve termine Ideale per spese programmate
Piano assicurativo / unit linked Basso Basso Molto bassa Costi elevati, poca trasparenza Lungo termine Generalmente inefficiente
Immobile intestato al minore Variabile Medio-basso Molto bassa Alta: registro, IMU, plusvalenze Lunghissimo termine Meglio intestarlo al genitore
Oro fisico / ETC Medio (2–4%) Basso Media 26% su plusvalenze (ETC) Medio termine Buona diversificazione (max 10%)
Bitcoin / criptovalute Potenzialmente alto Molto alto Alta 26% plusvalenze, incertezza normativa Lungo termine Solo per esperti, non intestare al minore
Conto intestato al genitore “per il figlio” Dipende dagli strumenti usati Nessuno Massima Nessuna tassazione diretta Qualsiasi Base operativa, educativa e flessibile

1. Libretto di risparmio per minori

Come funziona

Il libretto di risparmio per minori è un conto bancario o postale intestato al bambino, ma gestibile esclusivamente dal genitore o dal tutore legale fino al compimento della maggiore età. Non prevede carte di pagamento, ma consente versamenti e prelievi solo a beneficio del minore. Le operazioni devono essere giustificate come utili per il suo interesse.

Solitamente è gratuito, non ha costi di gestione e offre una rendicontazione semplice. Alcuni istituti prevedono anche un piccolo tasso d’interesse, ma di norma inferiore all’1% lordo annuo, quindi ampiamente al di sotto dell’inflazione.

Pro e contro

Pro

  • Nessun rischio di mercato: il capitale è garantito.
  • Strumento educativo per insegnare l’importanza del risparmio.
  • Facilmente accessibile e utilizzabile in tutte le banche o poste.
  • Nessun costo fisso annuo.

Contro

  • Rendimento molto basso, spesso vicino allo zero.
  • Il capitale non si rivaluta nel tempo in termini reali.
  • L’intestazione al minore comporta vincoli operativi: eventuali prelievi importanti prima dei 18 anni potrebbero richiedere autorizzazione del giudice tutelare.
  • Non consente una pianificazione di medio-lungo termine, né una crescita reale del patrimonio.

Quando ha senso usarlo

È indicato per:

  • accogliere piccoli versamenti occasionali (es. doni di nonni, parenti, battesimo, comunione);
  • affiancare strumenti più performanti con una “cassaforte simbolica” a nome del bambino;
  • insegnare ai figli, crescendo, la gestione di un saldo e il concetto di risparmio.

Non è invece adatto a chi desidera costruire un capitale importante nel tempo o proteggere il potere d’acquisto del denaro. In questi casi è più efficace integrare il libretto con un PAC in ETF o altri strumenti indicizzati.

2. Buoni fruttiferi postali dedicati ai minori (BFPM)

Rendimento attuale e caratteristiche

I Buoni Fruttiferi Postali per minori sono titoli di risparmio emessi da Cassa Depositi e Prestiti e collocati da Poste Italiane, intestabili esclusivamente a un minore.

Hanno una durata massima di 18 anni e offrono un rendimento crescente nel tempo: nel 2025, il rendimento può arrivare fino al 4,50% lordo annuo negli ultimi anni di vita del titolo. Gli interessi sono riconosciuti con capitalizzazione annuale e aumentano progressivamente, premiando chi mantiene il buono fino alla scadenza.

Il capitale è garantito dallo Stato italiano, e può essere sottoscritto con importi anche molto contenuti (es. 50 €).

Tassazione agevolata

Uno dei punti di forza principali dei BFPM è la fiscalità:

  • tassazione agevolata al 12,5% sugli interessi maturati, come per i titoli di Stato;
  • esenzione da imposta di bollo se il valore complessivo detenuto è inferiore a 5.000 euro;
  • esenzione da imposta di successione in caso di morte del titolare.

Sono quindi strumenti efficienti anche dal punto di vista fiscale, in particolare per chi vuole investire cifre contenute per lunghi periodi.

Vincoli e flessibilità

Dal punto di vista operativo:

  • gli interessi iniziano a maturare solo dopo 18 mesi dalla sottoscrizione;
  • non sono liberamente rimborsabili prima dei 18 anni: il capitale può essere riscattato anticipatamente solo con autorizzazione del giudice tutelare;
  • non sono trasferibili, né cedibili a terzi.

In sintesi, si tratta di strumenti poco liquidi, ma molto sicuri e stabili, pensati per un investimento di lungo termine.

Quando ha senso usarli

I BFPM sono ideali per famiglie che:

  • vogliono destinare una somma certa e lasciarla maturare fino alla maggiore età del figlio,
  • cercano una soluzione a capitale garantito e fiscalmente efficiente,
  • non hanno necessità di disporre delle somme prima della scadenza.

Non sono adatti a chi vuole flessibilità operativa, né a chi desidera ribilanciare o integrare la strategia nel tempo. Possono invece essere complementari a un PAC in ETF, agendo come componente protetta del piano di investimento.

3. Fondo pensione aperto intestato al minore

Aspetto controverso e criticità sull’intestazione

Sebbene la normativa italiana non vieti espressamente l’intestazione di un fondo pensione a un minore, molte SGR e compagnie assicurative lo impediscono per policy interna.

Anche quando è tecnicamente possibile, questa scelta comporta un vincolo molto rigido: il capitale versato risulta bloccato fino al raggiungimento dell’età pensionabile, salvo rare eccezioni (es. invalidità o premorienza).

In altre parole, il denaro non sarà disponibile né per l’università, né per la prima casa, né per altri obiettivi concreti nella vita adulta. Si tratta quindi di una scelta che preclude ogni flessibilità.

Possibilità di deduzione fiscale per i genitori

La legge prevede la possibilità di dedurre fino a 5.164,57 euro all’anno per i versamenti effettuati su fondi pensione intestati a familiari fiscalmente a carico.

Tuttavia, nel caso di un figlio minore, il genitore non è fiscalmente a carico del figlio, quindi la deduzione non è applicabile.

Questo rende la detrazione un vantaggio teorico, ma in concreto inutilizzabile nella quasi totalità dei casi.

Quando può aver senso

Aprire un fondo pensione per un minore può avere senso solo in casi molto specifici, ad esempio:

  • per famiglie che vogliono impostare un progetto previdenziale pluridecennale e sono disposte a rinunciare a qualsiasi disponibilità del capitale per 40-50 anni;
  • come strumento simbolico, se i versamenti sono molto contenuti e si desidera “dare il buon esempio”.

In tutti gli altri casi, si tratta di una scelta inefficiente, che blocca risorse in modo rigido, senza vantaggi fiscali e con rendimenti medi solitamente inferiori a quelli ottenibili con strumenti più flessibili come ETF o buoni postali.

4. PAC in ETF intestato al genitore

Perché è la scelta più efficiente in ottica rendimento/fiscalità

Il Piano di Accumulo in ETF rappresenta oggi la soluzione più efficace per chi desidera investire nel lungo termine per un figlio.

Permette di ottenere un rendimento potenzialmente elevato grazie all’esposizione ai mercati globali, mantenendo al tempo stesso costi bassi, alta flessibilità operativa e una fiscalità favorevole.

Gli ETF armonizzati (domiciliati in Irlanda o Lussemburgo), se acquistati tramite piattaforme come Fineco, Directa, Scalable o IBKR, permettono una gestione trasparente e priva di vincoli, con tassazione del 26% solo sulla plusvalenza al momento del disinvestimento. Non ci sono penalità, vincoli di durata o limiti sull’utilizzo delle somme.

È anche possibile compensare eventuali minusvalenze future generate da altri strumenti.

Come impostarlo (ETF globali, PAC mensile, portafoglio diversificato)

L’operatività è semplice e automatizzabile.

  • Si apre un conto titoli intestato al genitore (o un sotto-conto dedicato).
  • Si imposta un PAC mensile da 50 o 100 euro, o importi superiori in base al budget disponibile.
  • Si selezionano ETF armonizzati a replica fisica, preferibilmente ad accumulo (per reinvestire automaticamente i proventi).
  • La composizione iniziale può essere 100% azionaria (es. MSCI World, All Country World Index), per poi essere riequilibrata gradualmente con l’avvicinarsi dell’obiettivo, introducendo una componente obbligazionaria o monetaria negli ultimi 2-3 anni.

Quando e come trasferire i soldi al figlio in modo efficiente

Al compimento della maggiore età o al raggiungimento di un obiettivo specifico (es. laurea, prima casa, viaggio formativo), il genitore può:

  • bonificare le somme sul conto del figlio in modo semplice, se gli importi sono contenuti;
  • donare formalmente il capitale tramite atto notarile, consigliato in caso di importi elevati (sopra i 10.000-20.000 €) per garantire piena tracciabilità e tutela legale.

In alternativa, può decidere di continuare a gestire il patrimonio per conto del figlio anche dopo i 18 anni, con obiettivi condivisi e progressiva responsabilizzazione.

Questo approccio unisce educazione finanziaria, efficienza fiscale e crescita patrimoniale reale, mantenendo libertà e controllo durante tutto il percorso.

5. Conto deposito o conto vincolato

Rendimento modesto ma stabilità assoluta

Il conto deposito è una soluzione a rischio zero, pensata per parcheggiare liquidità a fronte di un rendimento prefissato.

Nel 2025 i tassi offerti si collocano mediamente tra il 3% e il 4% lordo annuo, a seconda della durata del vincolo (solitamente da 3 a 60 mesi).

Si può scegliere tra:

  • conti liberi, che permettono di ritirare le somme in qualsiasi momento;
  • conti vincolati, che bloccano il capitale per un periodo definito in cambio di un rendimento maggiore.

Va però tenuto presente che molti istituti non permettono l’intestazione del conto deposito a un minore, o lo consentono solo con autorizzazione del giudice tutelare per alcuni movimenti.

Quando può essere utile per obiettivi a breve termine

Il conto deposito è adatto per:

  • conservare fondi già destinati a spese previste entro 1-3 anni (es. attività scolastiche, viaggi studio, acquisto di strumenti);
  • ricevere e tenere separati i regali ricevuti da familiari, da utilizzare nel breve periodo;
  • affiancare altri strumenti più volatili, come un PAC in ETF, fungendo da componente prudente del piano complessivo.

Non è invece indicato come strategia primaria per l’intero orizzonte d’investimento del figlio. Sul lungo termine, non protegge dall’inflazione e non consente una reale crescita del capitale.

6. Piano di accumulo assicurativo / unit linked

Attenzione ai costi e vincoli

I piani assicurativi di tipo unit linked o misti (risparmio + protezione) vengono spesso proposti come strumenti “sicuri” per accumulare capitale per i figli, ma nella realtà presentano numerose criticità.

Tra le principali:

  • commissioni elevate, spesso suddivise in caricamenti sul premio, costi di gestione interni e commissioni sulle performance;
  • scarsa trasparenza sulle reali performance nette;
  • penalità in caso di riscatto anticipato, soprattutto nei primi anni;
  • rendimenti spesso inferiori a strumenti passivi a basso costo, a parità di rischio.

Chi sottoscrive un piano di questo tipo può trovarsi vincolato per 10, 15 o 20 anni con scarsa possibilità di uscita o rimodulazione.

Differenza tra protezione e investimento reale

Questi prodotti contengono una componente assicurativa (caso morte, invalidità), che ha senso per il genitore, ma non incide direttamente sul beneficio economico del figlio.

Spesso si paga per una copertura non necessaria, mentre l’investimento vero e proprio è gestito su comparti finanziari con costi elevati e risultati modesti.

Quando evitarlo

Nella quasi totalità dei casi.

Meglio evitare questi strumenti se l’obiettivo è semplicemente accumulare capitale in modo efficiente e flessibile per il futuro del figlio.

Salvo esigenze specifiche legate alla protezione della famiglia o a vincoli contrattuali, è preferibile orientarsi verso soluzioni più trasparenti e performanti, come un PAC in ETF o un buono fruttifero postale.

7. Immobili intestati a un minore

Caratteristiche e criticità

Intestare direttamente un immobile a un figlio minorenne comporta una serie di vincoli giuridici e operativi significativi. Qualsiasi atto di disposizione (come vendere, affittare, ipotecare, ristrutturare) richiede l’autorizzazione preventiva del giudice tutelare, che valuta se l’operazione sia nell’interesse del minore.

Dal punto di vista fiscale, gli immobili sono tra gli asset più tassati:

  • imposta di registro o IVA all’acquisto,
  • imposte comunali annuali (IMU e TASI se seconda casa o non prima abitazione),
  • tassazione in caso di plusvalenza alla rivendita entro 5 anni.

Inoltre, la gestione pratica (spese condominiali, manutenzioni straordinarie, locazioni) è complessa se il proprietario è un minore.

Alternativa più efficiente

Un approccio più flessibile e pratico consiste nel far acquistare l’immobile direttamente al genitore, che mantiene piena disponibilità e operatività sull’immobile.

Al compimento della maggiore età, il genitore può:

  • donare formalmente l’immobile al figlio,
  • oppure vendere l’immobile e trasferire il capitale realizzato.

In questo modo si evitano i blocchi legali e si può anche beneficiare di una rivalutazione del bene nel tempo prima di effettuare il passaggio generazionale.

Quando può aver senso

L’investimento immobiliare in ottica di pianificazione per un figlio ha senso:

  • se si desidera destinargli una prima casa o un immobile da reddito in futuro;
  • se si dispone già del capitale necessario e si vuole diversificare il patrimonio;
  • in famiglie con un piano successorio definito e supportato da un notaio o da un consulente patrimoniale.

Tuttavia, non è adatto a tutte le famiglie, soprattutto se si ha un orizzonte temporale lungo, poca liquidità o si desidera mantenere flessibilità e semplicità. In quei casi, è preferibile integrare l’investimento immobiliare con soluzioni liquide e gestibili, come ETF, buoni o conti deposito.

8. Oro fisico o ETC sull’oro

Funzione nel portafoglio

L’oro è storicamente considerato un bene rifugio, ovvero un asset che tende a conservare valore nei momenti di crisi economica, instabilità geopolitica o inflazione elevata.

Non genera interessi né dividendi, ma offre una protezione patrimoniale in contesti avversi, grazie alla sua decorrelazione rispetto ai mercati azionari e obbligazionari.

In un portafoglio destinato a un figlio, può servire da elemento stabilizzante accanto a investimenti più dinamici.

Come utilizzarlo

L’oro può essere acquistato in due forme principali:

  • Oro fisico: lingotti o monete da investimento (es. marenghi, Krugerrand, sterline), esenti da IVA se certificati come oro da investimento. Richiede una custodia sicura, che può avvenire presso la propria abitazione (con rischi evidenti) o in cassette di sicurezza (a pagamento).
  • ETC sull’oro: strumenti finanziari quotati che replicano il prezzo dell’oro. Alcuni sono garantiti da oro fisico custodito in caveaux. Più pratici da gestire, ma soggetti a tassazione del 26% sulle plusvalenze come gli altri strumenti finanziari.

In entrambi i casi, l’investimento non va intestato direttamente al minore, per evitare complessità operative e fiscali. Meglio che sia gestito dal genitore, all’interno di un portafoglio più ampio.

Quando ha senso

L’oro ha senso come componente difensiva del portafoglio:

  • in misura contenuta (5-10%), per decorrelare il rischio;
  • se si desidera una riserva di valore liquida e universalmente riconosciuta;
  • in famiglie con una visione patrimoniale prudente o una strategia di protezione del capitale.

Non ha senso come asset principale per un investimento di lungo termine a favore di un bambino, perché non produce reddito, non beneficia dell’interesse composto e non ha lo stesso potenziale di crescita di un portafoglio azionario globale.

È più efficace come complemento, non come pilastro centrale.

9. Bitcoin e criptovalute

Rendimento potenziale e rischi

Bitcoin e le principali criptovalute rappresentano una nuova classe di asset ad alto potenziale, ma anche ad altissima volatilità.

Negli ultimi dieci anni, Bitcoin ha mostrato rendimenti straordinari, ma con oscillazioni anche superiori al 50% in pochi mesi.

L’orizzonte di lungo termine, come quello di un investimento per un bambino, potrebbe teoricamente adattarsi bene a questi strumenti. Tuttavia, l’incertezza normativa, la fiscalità complessa e il rischio tecnologico (wallet, custodia, attacchi) rendono le criptovalute inappropriate per la maggior parte dei risparmiatori tradizionali.

Come utilizzarlo

Chi sceglie di includere Bitcoin o altre criptovalute in un progetto di accumulo per un figlio deve:

  • avere una conoscenza solida delle dinamiche di mercato e degli strumenti utilizzati;
  • saper gestire wallet, chiavi private, sicurezza informatica;
  • conoscere le implicazioni fiscali (plusvalenze da dichiarare, monitoraggio, eventuali soglie esenti);
  • mantenere una quota marginale del portafoglio (1-5%) destinata a questo tipo di asset.

L’intestazione deve restare al genitore: intestare criptovalute a un minore è complicato sia dal punto di vista legale sia operativo.

Quando evitarlo

È preferibile evitare l’uso di Bitcoin e criptovalute:

  • se si cerca stabilità e semplicità;
  • se il genitore non ha competenze tecniche e fiscali solide;
  • se si vogliono strumenti facilmente trasferibili, regolamentati e tracciabili;
  • se si prevede di dover usare il capitale per obiettivi noti (università, casa) con scadenze precise.

Le criptovalute possono rappresentare una scommessa intelligente per una piccola parte del patrimonio, ma non sono adatte come asse portante di un piano di accumulo per minori. Meglio considerarle solo come componente accessoria, gestita in piena consapevolezza.

10. Conto corrente intestato al genitore “per il figlio”

Funzionalità e vantaggi

Aprire un conto corrente intestato al genitore, ma destinato specificamente all’accantonamento per un figlio, è una scelta pratica, flessibile e fiscalmente neutra.

In sostanza, si tratta di un contenitore separato, su cui far confluire:

  • regali ricevuti dal figlio (buste, bonifici, assegni);
  • versamenti periodici da parte dei genitori o dei nonni;
  • rendite da investimenti eventualmente liquidati in futuro.

Il conto resta intestato all’adulto, quindi non comporta vincoli legali, non richiede autorizzazioni per i movimenti e permette piena libertà di utilizzo, sempre nel rispetto dell’obiettivo educativo e patrimoniale.

Quando può avere senso

Ha senso in molte situazioni pratiche:

  • come base operativa per gestire un PAC in ETF o trasferire fondi verso un conto titoli;
  • per ricevere in modo ordinato regali ricorrenti da familiari, evitando confusione con le finanze familiari generali;
  • per insegnare progressivamente al figlio come si gestisce un conto, si monitora un saldo, si pianificano obiettivi.

Può inoltre diventare, nel tempo, il primo conto ufficiale del figlio (ad esempio con delega fino ai 18 anni), facilitando il passaggio di responsabilità nella gestione del denaro.

È una soluzione adatta a chi non vuole intestare strumenti direttamente al minore, ma desidera creare una struttura ordinata, tracciabile e facilmente integrabile con una strategia d’investimento più ampia.

Scopri come proteggere e far rendere al meglio ciò che hai messo da parte. Richiedi ora una consulenza gratuita personalizzata e inizia a pianificare con metodo.

I parametri per scegliere la soluzione giusta

Età del bambino e orizzonte temporale

L’età del bambino determina quanto tempo si ha a disposizione prima che il capitale venga utilizzato.

Se si inizia a investire alla nascita, l’orizzonte è lungo e consente di privilegiare strumenti azionari, più volatili ma con maggiori prospettive di rendimento.

Al contrario, se mancano pochi anni a un obiettivo specifico (come l’università o un viaggio all’estero), meglio optare per soluzioni più stabili e liquide.

Capacità di versare regolarmente (PAC vs versamento unico)

Un altro criterio fondamentale riguarda la modalità di versamento.

Chi può accantonare piccole somme ogni mese può attivare un PAC (Piano di Accumulo del Capitale), ideale per ridurre il rischio d’ingresso e costruire capitale nel tempo.

Chi dispone invece di una somma già disponibile (es. regalo dai nonni o eredità) può effettuare un versamento unico, ma dovrà prestare attenzione al momento d’investimento e alla diversificazione immediata.

Tolleranza al rischio e desiderio di protezione del capitale

Ogni famiglia ha una propria sensibilità verso il rischio.

C’è chi è disposto a tollerare oscillazioni nel breve periodo per ottenere un rendimento più elevato nel lungo, e chi invece preferisce soluzioni più protettive anche a costo di rendimenti inferiori.

La composizione del portafoglio (azioni, obbligazioni, strumenti garantiti) deve riflettere questo equilibrio tra crescita e sicurezza.

Fiscalità e flessibilità in uscita

Non tutti gli strumenti sono uguali dal punto di vista fiscale.

Alcuni godono di una tassazione agevolata (come i buoni postali o i titoli di Stato), altri permettono il differimento dell’imposizione fino al momento del disinvestimento (come gli ETF).

È importante anche valutare la flessibilità in uscita: in alcuni casi le somme possono essere prelevate liberamente, in altri (come nei fondi pensione o nei prodotti assicurativi) sono bloccate per molti anni.

Possibilità di cointestazione o intestazione diretta

Molti genitori si chiedono se intestare direttamente gli strumenti al figlio o gestirli a proprio nome.

L’intestazione al minore comporta vincoli legali: ogni utilizzo del capitale prima dei 18 anni richiede l’autorizzazione del giudice tutelare.

Per questo motivo, nella maggior parte dei casi conviene intestare l’investimento al genitore, mantenendo il controllo operativo e pianificando il trasferimento formale al momento più opportuno, anche tramite donazione.

In alternativa, è possibile utilizzare sotto-conti dedicati o strutture di rendicontazione separata, mantenendo chiarezza e tracciabilità del progetto.

Perché investire per un bambino nel 2025

Il vantaggio del lungo orizzonte temporale

Investire per un bambino significa sfruttare il più grande alleato dell’investitore: il tempo.

Un orizzonte di 15, 18 o 20 anni permette di affrontare con serenità le oscillazioni di mercato, di beneficiare della crescita dei mercati globali e di sopportare asset più volatili ma potenzialmente più redditizi, come gli ETF azionari.

Chi investe per un figlio ha la possibilità di pianificare senza l’ansia dell’immediato, impostando una strategia paziente, automatica ed efficace.

L’effetto dell’interesse composto

L’interesse composto agisce come un acceleratore invisibile. Più a lungo si lascia lavorare il capitale, maggiori saranno i frutti.

Un PAC da 100 euro al mese per 18 anni, con un rendimento medio del 5% netto annuo, può trasformarsi in oltre 35.000 euro a fronte di soli 21.600 euro versati.

Il segreto non è l’importo iniziale, ma la costanza nel tempo e la capacità di lasciare gli interessi maturati nel sistema. Iniziare presto, anche con poco, fa la differenza.

L’importanza di educare alla finanza già da piccoli

Investire per un figlio è utile. Ma investire con lui è ancora più potente.

Coinvolgerlo nella gestione, spiegargli il senso dei piccoli accantonamenti, mostrargli come cresce il capitale mese dopo mese, significa dargli non solo risorse, ma strumenti.

Un buon punto di partenza è il metodo delle 3 scatole: risparmio, spesa, dono. Un esercizio semplice per insegnare:

  • a mettere da parte per obiettivi futuri,
  • a gestire il denaro disponibile senza sprecarlo,
  • a condividere con gli altri in modo consapevole.

Crescere con una mentalità finanziaria equilibrata vale quanto – e forse più – del capitale stesso che si riceverà un giorno.

Strategie di educazione finanziaria associata

Metodo delle 3 scatole (risparmio, spesa, dono)

Uno dei metodi più semplici ed efficaci per introdurre i bambini alla gestione del denaro è quello delle tre scatole (o barattoli), ciascuna con una destinazione specifica:

  • Risparmio: per accantonare soldi da utilizzare in futuro per obiettivi importanti. Può essere un gioco costoso, un viaggio o semplicemente un fondo per “cose grandi”.
  • Spesa: per acquisti immediati o desideri a breve termine. Serve a far comprendere il valore delle scelte e il costo delle cose.
  • Dono: per abituarsi all’idea di condividere con gli altri, fare beneficenza o fare piccoli regali. È la scatola della generosità.

Questo schema non solo educa alla gestione del denaro, ma trasmette anche valori come la pazienza, la responsabilità e la solidarietà. Col tempo può essere evoluto, sostituendo le scatole fisiche con strumenti reali (es. libretto, conto deposito, PAC simbolico).

Coinvolgere il bambino nella gestione (versamenti, piccoli obiettivi)

Anche se lo strumento finanziario è formalmente gestito da un adulto, è importante rendere il bambino parte attiva del processo. Alcuni esempi:

  • Farlo assistere ai versamenti o ai movimenti nel libretto o conto.
  • Mostrargli come funziona un estratto conto o una ricevuta.
  • Stabilire insieme piccoli traguardi (es. “quando arriviamo a 100€, decidiamo insieme come usarli”).
  • Assegnare paghette con frequenza regolare e invitarlo a suddividerle secondo il metodo delle 3 scatole.

Coinvolgerlo lo aiuta a sentire che il denaro non è qualcosa di distante o tecnico, ma uno strumento con cui può costruire i propri obiettivi.

Introdurre l’idea di rischio, rendimento e lungo termine

Introdurre concetti come rischio e rendimento fin da piccoli è possibile, purché adattati al linguaggio e all’età. Non si tratta di spiegare cosa sia un ETF, ma di raccontare per esempio:

  • che alcuni investimenti crescono lentamente ma in modo sicuro,
  • mentre altri possono salire o scendere, e per ottenere risultati migliori servono tempo e pazienza.

Un modo semplice per farlo è paragonare l’investimento a una pianta: se curata con costanza, nel tempo cresce e dà frutti. Ma serve acqua, luce e soprattutto… tempo.

L’idea del lungo termine può essere rafforzata impostando obiettivi concreti con una data futura: “questi soldi ti serviranno quando andrai all’università” oppure “per quando vorrai andare a vivere da solo”.

In questo modo, il bambino cresce con una mentalità orientata al futuro, sviluppa fiducia nel tempo e nella disciplina, e sarà molto più pronto – da adulto – a gestire un capitale, anziché semplicemente riceverlo.

Aspetti fiscali da considerare

Tassazione su ETF in base all’intestazione

Nel momento in cui si decide di investire per un bambino utilizzando strumenti finanziari come gli ETF, l’intestazione del conto o del dossier titoli diventa fondamentale anche dal punto di vista fiscale.

  • Se l’ETF è intestato al genitore, eventuali plusvalenze o dividendi verranno tassati nel momento del disinvestimento con l’aliquota del 26%, e il reddito sarà imputato al genitore stesso. È la soluzione più flessibile e fiscalmente neutra nel breve periodo.
  • Se invece si decide di intestare l’investimento direttamente al minore, la tassazione formalmente avverrebbe in capo al minore, ma nella pratica:
    • serve aprire un dossier titoli intestato a lui, operabile solo dal tutore;
    • ogni movimentazione deve essere documentata come nell’interesse del minore;
    • il capitale resta bloccato fino alla maggiore età, salvo autorizzazione del giudice tutelare.

Per questo motivo, l’intestazione al genitore è quasi sempre preferibile, soprattutto se si prevede una gestione attiva e/o la necessità di utilizzare le somme prima dei 18 anni.

Redditi da capitale vs redditi diversi

Nel caso degli ETF, la tassazione si applica su due fronti distinti:

  • Redditi da capitale: sono i proventi periodici come i dividendi distribuiti da ETF a distribuzione. Sono tassati al 26% alla fonte, indipendentemente dalla durata dell’investimento.
  • Redditi diversi: sono le plusvalenze generate dalla vendita degli ETF (sia a distribuzione che ad accumulo). Anche in questo caso, l’aliquota è del 26%, ma la tassazione avviene solo al momento del realizzo.

Importante ricordare che le minusvalenze generate dalla vendita di ETF possono essere compensate con eventuali plusvalenze future entro 4 anni, ma solo se si tratta di redditi diversi. Le minusvalenze non si compensano con i redditi da capitale.

Come impostare correttamente l’intestazione per evitare problemi futuri

Molti genitori aprono un conto intestato a sé stessi, ma “a nome del figlio”, scrivendolo nella causale o utilizzando un sotto-conto con etichetta. Questa soluzione è legale, pratica e fiscalmente efficace, a patto che:

  • le somme versate siano chiaramente tracciabili (bonifici, versamenti da conto corrente del genitore);
  • ci sia coerenza tra obiettivi dichiarati e uso effettivo dei fondi;
  • in caso di donazione futura, si formalizzi correttamente il passaggio.

Evitare intestazioni dirette al minore, se non strettamente necessario, consente di evitare i vincoli legali e operativi che ostacolano la gestione ordinaria.

Donazione al compimento della maggiore età: quando serve l’atto notarile

Quando il figlio diventa maggiorenne, il genitore può trasferire il capitale accumulato negli anni. A seconda dell’importo, questo passaggio può avvenire:

  • con un semplice bonifico, se le somme sono contenute e non ci sono altri soggetti coinvolti o aspettative di contestazione ereditaria;
  • con atto di donazione notarile, se le somme sono rilevanti (in genere sopra i 10.000-20.000 €), o se si vuole dare certezza e tutela legale al passaggio.

L’atto notarile garantisce tracciabilità, protezione giuridica e chiarezza verso eventuali altri eredi futuri. Inoltre, in presenza di patrimoni complessi, può evitare futuri contenziosi familiari o fiscali.

Nel 2025, le donazioni tra genitori e figli continuano a godere dell’esenzione da imposta fino a un milione di euro per ciascun beneficiario, ma la forma giuridica con cui si effettua la donazione può fare la differenza in caso di controlli.

Errori da evitare

Intestare investimenti rischiosi al minore senza controllo

Uno degli errori più comuni è intestare direttamente al minore strumenti finanziari ad alta volatilità (azioni singole, ETF tematici, criptovalute) senza considerare i vincoli giuridici e operativi che ne derivano.

Un investimento intestato al minore è soggetto al controllo del tutore e, in molti casi, richiede l’autorizzazione del giudice tutelare per essere disinvestito prima della maggiore età. Questo significa che, anche in presenza di crolli di mercato o necessità di ribilanciamento, potrebbe non essere possibile agire in tempi rapidi.

Inoltre, eventuali perdite non sono sempre facilmente giustificabili come “nell’interesse del minore” e potrebbero esporre il genitore a responsabilità. È quindi consigliabile che gli strumenti più dinamici restino intestati al genitore, con l’obiettivo di trasferirli in un secondo momento.

Usare strumenti rigidi o con costi occulti

Molti genitori si affidano a prodotti che sembrano pensati per i figli solo perché etichettati come “per minori” o “a lungo termine”, ma che nella pratica presentano costi elevati, poca trasparenza e rigidità.

È il caso di:

  • polizze miste e unit linked con caricamenti annui fino al 3-4%;
  • piani assicurativi con penali di uscita anticipate;
  • fondi pensione intestati al minore ma inutilizzabili per decenni.

Questi strumenti spesso promettono “protezione” ma, nel lungo periodo, erodono i rendimenti e complicano la gestione. È preferibile optare per soluzioni semplici, liquide e trasparenti, come ETF armonizzati o buoni postali, evitando intermediari con interessi conflittuali.

Non pensare all’impatto fiscale al momento del trasferimento

Molti investimenti partono con buone intenzioni, ma trascurano le conseguenze fiscali e giuridiche legate al momento in cui il capitale dovrà passare al figlio.

Trasferire 20.000 o 50.000 euro con un semplice bonifico può sembrare innocuo, ma in caso di controlli o future contestazioni ereditarie, la mancanza di una donazione formalizzata potrebbe creare problemi.

Inoltre, se si vendono titoli o fondi per poi trasferire il ricavato, va considerato l’impatto delle plusvalenze fiscali. Pianificare fin dall’inizio anche la “fase finale” dell’investimento permette di evitare costi imprevisti, ritardi operativi o rischi legali.

In sintesi, non basta costruire bene l’investimento: serve anche pensare a come verrà consegnato, con quali strumenti, tempi e modalità.

Esempio pratico di strategia ottimale (caso di studio)

Genitore che parte con 100€/mese per 18 anni

Supponiamo che un genitore inizi a investire 100 euro al mese dalla nascita del figlio, per un orizzonte temporale di 18 anni. L’obiettivo è costruire un capitale utile per l’università, un’esperienza all’estero o un primo supporto all’indipendenza.

Nel corso di 18 anni, il totale versato sarebbe di 21.600 euro.

Utilizzo di PAC in ETF + libretto per le piccole spese

La strategia adottata prevede una doppia linea:

  • PAC in ETF globali (80-90% del capitale): investimento progressivo su ETF azionari armonizzati, con un portafoglio globale ben diversificato, ad accumulo, domiciliato in Irlanda.
  • Libretto postale o conto deposito (10-20% del capitale): fondo liquido per piccole spese, regali ricevuti, spese scolastiche o emergenze.

Questo approccio consente da un lato di ottenere rendimenti interessanti sul lungo periodo, dall’altro di educare il bambino e coprire spese minori senza toccare il capitale investito.

Simulazione rendimento con diverse asset allocation

Consideriamo tre scenari con diverse composizioni del portafoglio PAC:

  • Scenario prudente (50% azioni globali, 50% obbligazionario): rendimento medio stimato annuo netto 3,5% → circa 28.800 € dopo 18 anni
  • Scenario bilanciato (75% azioni globali, 25% obbligazionario): rendimento medio stimato annuo netto 5% → circa 34.600 € dopo 18 anni
  • Scenario dinamico (100% azioni globali): rendimento medio stimato annuo netto 6,5% → circa 39.900 € dopo 18 anni

Queste simulazioni sono al netto delle imposte sulle plusvalenze e presuppongono una gestione efficiente e disciplinata, con ribilanciamento dell’asset allocation negli ultimi 2-3 anni per ridurre il rischio prima dell’uscita.

Risultato: con una semplice costanza e una struttura intelligente, si può trasformare un piccolo sforzo mensile in un capitale importante per dare al figlio una base solida, senza dover affrontare costi nascosti, vincoli o soluzioni complesse.

Conclusioni

Non esiste una soluzione unica valida per tutti. La scelta dello strumento più adatto dipende da molti fattori: l’età del bambino, l’orizzonte temporale, la propensione al rischio dei genitori, la disponibilità economica e soprattutto gli obiettivi familiari.

Chi punta alla sicurezza e alla semplicità può orientarsi su buoni fruttiferi o libretti. Chi cerca un rendimento più elevato e ha tempo davanti a sé dovrebbe considerare con attenzione un PAC in ETF, che si dimostra la soluzione più flessibile, efficiente e potente nel lungo periodo.

Ma non basta scegliere lo strumento giusto: serve anche un approccio educativo. L’educazione finanziaria del bambino è tanto importante quanto l’investimento in sé. Coinvolgerlo, insegnargli a risparmiare, a distinguere tra desideri immediati e obiettivi futuri, a comprendere concetti come rischio e rendimento: tutto questo rende il progetto non solo utile, ma formativo.

Perché costruire un capitale ha senso solo se si costruisce anche una mentalità in grado di gestirlo con responsabilità.

Vuoi costruire il piano migliore per tuo figlio?

Ogni famiglia ha obiettivi diversi: c’è chi vuole garantire l’università, chi pensa alla prima casa, chi punta sull’educazione finanziaria.

Se vuoi una strategia personalizzata, efficiente e indipendente da prodotti bancari o assicurativi, possiamo aiutarti.

Prenota una consulenza gratuita e analizza con noi le opzioni migliori per tuo figlio o nipote.

👉 Analizziamo i tuoi investimenti

Domande frequenti (FAQ)

È meglio intestare l’investimento al minore o tenerlo a nome del genitore?

Nella maggior parte dei casi conviene intestare tutto al genitore per mantenere flessibilità, evitare vincoli legali e gestire meglio la fiscalità. Il passaggio al figlio potrà avvenire in un secondo momento, tramite bonifico o donazione.

Qual è l’età giusta per iniziare a investire per un bambino?

Il prima possibile. Più lungo è l’orizzonte temporale, maggiore sarà l’effetto dell’interesse composto. Anche con piccoli importi mensili, partire da neonati può fare una grande differenza.

Posso aprire un ETF intestato direttamente al bambino?

Tecnicamente sì, ma molte piattaforme non lo permettono e i vincoli operativi sono elevati. È molto più efficiente fare il PAC a nome del genitore.

Cosa succede ai soldi al compimento dei 18 anni?

Se i fondi sono intestati al minore (es. libretto o buoni postali), diventa lui il titolare esclusivo. Se sono sul conto del genitore, si può valutare quando e come trasferirli, eventualmente con l’aiuto di un notaio se la cifra è rilevante.

Quali strumenti sono garantiti?

Sono garantiti dallo Stato: buoni fruttiferi postali, libretti postali e BTP. I conti deposito sono garantiti fino a 100.000 € per banca. ETF, azioni e oro non sono garantiti, ma offrono migliori rendimenti nel lungo termine.

Come posso insegnare l’educazione finanziaria a mio figlio?

Puoi iniziare con il metodo delle 3 scatole (risparmio, spesa, dono), coinvolgerlo nei piccoli obiettivi e mostrargli come funziona un investimento. L’obiettivo non è solo accumulare soldi, ma anche formare un futuro adulto consapevole.

CONTENUTI

Richiedi una prima consulenza gratuita

Compila il form per iniziare. Ti ricontattiamo a breve.

Ti potrebbero interessare anche...

Tabella dei Contenuti