Come investire per i figli minorenni: tutto quello che devi sapere

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Investire per un figlio minorenne è una delle decisioni finanziarie più importanti e lungimiranti che un genitore (o un nonno) possa prendere. Non si tratta solo di mettere da parte qualche risparmio, ma di costruire un progetto di lungo periodo capace di offrire reali opportunità future: dall’istruzione alla prima casa, fino alla libertà di fare scelte senza il peso economico.

In un contesto in cui conti correnti e libretti offrono rendimenti irrisori, è fondamentale sapere quali strumenti usare, come pianificare nel tempo e quali errori evitare.

In questa guida analizziamo tutto quello che serve per investire in modo intelligente per un figlio minorenne: dalle opzioni più tradizionali alle strategie più efficienti, tenendo conto di vincoli legali, benefici fiscali e obiettivi familiari.

Partiamo subito rispondendo alla domanda chiave: qual è il miglior investimento per un figlio oggi?

Qual è il miglior investimento per un figlio minorenne?

Non esiste una risposta valida per tutti, ma la scelta migliore dipende dall’obiettivo (studio, casa, capitale iniziale per la vita adulta) e dall’orizzonte temporale. Ecco però una guida pratica:

Per il breve termine (fino a 3-5 anni)

Se l’obiettivo è conservare capitale senza rischi e con accessibilità, le soluzioni più adatte sono:

  • Conti deposito vincolati, spesso con promozioni per minori
  • Libretti postali dedicati ai minorenni, con rendimento minimo ma sicuri

Queste opzioni non fanno crescere davvero il capitale, ma possono essere utili per regali o spese previste a breve.

Per il medio-lungo termine (dai 5 anni in su)

Per obiettivi più ambiziosi come università, master, anticipo per casa, ha senso costruire un capitale nel tempo con:

  • PAC in ETF ben diversificati, anche globali, a basso costo e fiscalmente efficienti
  • Fondi bilanciati o strumenti multi-asset, se servono soluzioni più semplici da gestire

Con l’effetto interesse composto, anche piccoli versamenti mensili (es. 100€/mese) possono generare capitali significativi nel tempo. Più si parte presto, più si sfrutta questo effetto.

L’approccio consigliato: metodo delle 3 scatole

Un metodo utile e educativo è quello delle 3 “scatole” finanziarie, che aiuta anche a introdurre il bambino ai concetti base della gestione del denaro:

  • Spesa: per piccoli desideri, premi, giochi (accesso nel breve)
  • Risparmio: per obiettivi concreti nel medio periodo (es. bici, vacanze studio)
  • Dono: per beneficenza o regali a terzi, per trasmettere valori

Il portafoglio ideale per un figlio minorenne non è unico, ma calibrato su:

  • Età del bambino
  • Capitale disponibile
  • Orizzonte temporale
  • Tolleranza al rischio dei genitori

Con un buon mix tra protezione, crescita e flessibilità, si può costruire qualcosa di solido senza rinunciare alla tranquillità.

Conto deposito o libretto postale: convengono davvero?

Sono spesso i primi strumenti che vengono in mente quando si pensa a investire per un figlio minorenne. Ma sono davvero la scelta migliore?

Pro e contro dei libretti postali e dei conti deposito per minorenni

Vantaggi:

  • Sicurezza assoluta: i libretti postali sono garantiti dallo Stato italiano, i conti deposito fino a 100.000€ dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
  • Semplicità di apertura e gestione: anche per chi ha scarsa dimestichezza con gli investimenti.
  • Zero rischi di mercato: il capitale non è soggetto a fluttuazioni.
  • Nessun costo di gestione (nella maggior parte dei casi).

Svantaggi:

  • Rendimenti bassissimi: spesso inferiori all’inflazione, con perdita del potere d’acquisto nel tempo.
  • Vincoli operativi: su molti prodotti i soldi restano bloccati fino alla maggiore età del minore, salvo autorizzazione del giudice tutelare.
  • Nessuna esposizione ai mercati: quindi nessuna opportunità di crescita reale del capitale nel lungo termine.

Vincoli legali: blocco fino alla maggiore età

È fondamentale sapere che i soldi intestati a un minore non sono liberamente prelevabili dai genitori, nemmeno se servono “per il suo bene”.

Per effettuare un prelievo o disinvestire, può essere necessaria un’autorizzazione del giudice tutelare, soprattutto se il prodotto è intestato direttamente al figlio. Questo aspetto limita l’accessibilità al capitale in caso di necessità.

Alternative più efficienti sul lungo periodo

Per obiettivi oltre i 5-10 anni, è consigliabile affiancare o sostituire questi strumenti con soluzioni più efficienti, come:

  • PAC in ETF globali o tematici, a partire anche da 50-100€/mese
  • Conti deposito non intestati al minore, ma vincolati internamente alla famiglia, per maggiore flessibilità
  • Fondi di investimento a basso costo, gestiti dal genitore, con benefici fiscali in fase di pianificazione successoria

In sintesi, libretti e conti deposito possono avere senso per capitali modesti e obiettivi di brevissimo termine, ma non sono adatti alla costruzione di un vero capitale futuro. Per questo è bene considerarli al massimo come una delle “scatole” del metodo educativo, ma non come unico strumento.

Buoni fruttiferi postali intestati a minorenni: sono una buona idea?

I buoni fruttiferi postali (BFP) intestati a minori sono uno degli strumenti di risparmio più utilizzati da genitori e nonni che vogliono accantonare un capitale nel tempo, con un profilo di rischio praticamente nullo. Ma sono davvero così vantaggiosi?

Come funzionano e quanto rendono

I BFP sono titoli emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato italiano. Se intestati a un minore, hanno caratteristiche leggermente diverse rispetto a quelli per adulti:

  • Durata fino a 18 anni, con rendimento crescente nel tempo
  • Rendimenti fissi e predeterminati, anche se molto contenuti (es. tra 1% e 2% annuo lordo a seconda della durata)
  • Riscattabili anticipatamente solo dopo un certo numero di anni (di solito 18 mesi o più), ma con perdita parziale o totale degli interessi maturati

In generale, il rendimento effettivo è basso, ma superiore ai libretti postali, con la certezza del capitale garantito.

Vantaggi fiscali: tassazione agevolata

Uno dei punti di forza dei BFP intestati a minorenni è la tassazione agevolata al 12,5%, contro il 26% degli strumenti finanziari ordinari.

Inoltre, non sono soggetti a imposta di bollo annua sotto una certa soglia, rendendoli efficienti per piccoli e medi capitali.

Quando possono avere senso

I buoni fruttiferi postali per minorenni non sono strumenti ottimali per chi cerca crescita reale del capitale, ma possono avere senso in casi specifici:

  • Investitori molto prudenti, che preferiscono la sicurezza assoluta alla crescita
  • Nonni o parenti che vogliono regalare una somma ai nipoti senza preoccuparsi di gestioni complesse
  • Famiglie che non vogliono esporsi ai mercati finanziari, ma desiderano comunque un minimo rendimento sicuro nel tempo

Sono quindi più adatti a integrare una strategia di lungo termine, ma non a sostituire investimenti più evoluti come ETF o fondi ben diversificati. Il rischio non è perdere denaro, ma perdere opportunità.

PAC in ETF per il lungo periodo: la strategia più efficiente

Quando l’orizzonte temporale è di almeno 10-15 anni – come nel caso di un figlio minorenne – il Piano di Accumulo Capitale (PAC) in ETF è tra le soluzioni più efficaci per costruire un patrimonio in modo disciplinato, flessibile e con ottime prospettive di rendimento.

Cos’è un PAC e come funziona

Un PAC è una modalità di investimento in cui si versa una somma fissa, solitamente mensile, su uno o più strumenti finanziari – come gli ETF – per un lungo periodo.

In pratica:

  • si investe regolarmente (es. 100€/mese)
  • si acquista sia quando i mercati salgono, sia quando scendono
  • si sfrutta l’effetto media del prezzo di acquisto (cost averaging)

L’ETF, a sua volta, è un fondo quotato che replica l’andamento di un indice (es. MSCI World), composto da centinaia o migliaia di aziende, con costi bassissimi e alta diversificazione.

Perché è ideale per un figlio minorenne

Un PAC in ETF è particolarmente adatto per i figli perché:

  • Flessibile: si può iniziare anche con piccole cifre, modificare l’importo o sospendere in qualsiasi momento
  • Diversificato: investe in mercati globali, riducendo il rischio specifico
  • Efficiente nel lungo termine: storicamente i mercati azionari hanno offerto rendimenti medi reali del 6-7% annuo
  • Educativo: è un’occasione per insegnare al figlio come funziona il mondo degli investimenti

Esempio pratico: 100€/mese per 18 anni

Supponiamo di iniziare un PAC da 100€/mese dalla nascita fino alla maggiore età del figlio (18 anni), investendo in un ETF azionario globale con rendimento medio annuo del 6% netto.

  • Capitale versato: 21.600€
  • Valore finale stimato: circa 34.500€
  • Utile netto potenziale: quasi 13.000€, senza considerare benefici fiscali

Più si inizia presto, più l’interesse composto fa il suo lavoro. E anche con un piccolo sforzo mensile, si può arrivare a costruire un capitale utile per:

  • università
  • esperienze all’estero
  • anticipo per la prima casa

Rispetto a strumenti statici come libretti o buoni postali, il PAC in ETF offre una crescita reale del potere d’acquisto, pur mantenendo semplicità e controllo.

Intestare investimenti a un minorenne: cosa devi sapere

Quando si investe per un figlio, una delle decisioni più importanti è a chi intestare formalmente gli strumenti finanziari. La scelta ha conseguenze pratiche e legali che è bene conoscere prima di procedere.

Aspetti legali e fiscali

  • I minori non possono gestire autonomamente il denaro, quindi ogni investimento a loro nome è soggetto alla tutela e gestione dei genitori o di chi esercita la responsabilità genitoriale.
  • Gli atti dispositivi rilevanti (prelievi, riscatti, vendite di strumenti finanziari) possono richiedere l’autorizzazione del giudice tutelare, soprattutto se l’investimento è intestato direttamente al minore.
  • In caso di intestazione diretta, le somme sono considerate patrimonio esclusivo del figlio, anche ai fini successori.

Dal punto di vista fiscale:

  • Non ci sono particolari vantaggi o agevolazioni fiscali se non legati a specifici strumenti (es. buoni fruttiferi minorenni)
  • Il reddito prodotto dal patrimonio del figlio, se intestato a lui, è soggetto a dichiarazione dei redditi separata, ma nei fatti lo dichiara il genitore nel proprio modello 730 o Redditi PF

Conto a nome del genitore o del figlio?

Conto a nome del genitore (con finalità per il figlio):

  • Massima flessibilità: si può versare, prelevare e investire liberamente
  • Possibilità di usare le somme se necessario (es. emergenze familiari)
  • Non ci sono vincoli legali o giudiziari
  • Attenzione però: non è giuridicamente vincolato al figlio. Serve accordo fiduciario o destinazione chiara (es. testamento, donazione)

Conto intestato al minore:

  • Le somme diventano di proprietà esclusiva del figlio
  • Genitori possono solo gestire, non disporre liberamente dei capitali
  • In caso di disinvestimenti o spese straordinarie, può servire l’autorizzazione del giudice tutelare
  • Capitale bloccato fino alla maggiore età (salvo deroghe)

Vincoli su prelievi e utilizzo delle somme

  • Se il conto è intestato al figlio, non si può prelevare liberamente: anche per spese a favore del minore può essere necessario dimostrare la finalità (es. istruzione, salute)
  • In caso di conti o strumenti finanziari intestati al minore, molte banche e Poste italiane non permettono operazioni dispositive senza il nulla osta del tribunale
  • Anche in caso di donazioni dai nonni o da altri parenti, le somme entrano nel patrimonio del minore e sono soggette agli stessi vincoli

Per evitare rigidità inutili e mantenere controllo, spesso è più utile mantenere l’intestazione al genitore, con finalità dichiarata, eventualmente formalizzata in un atto (scrittura privata o donazione vincolata).

La vera priorità deve essere la trasparenza e la coerenza con l’obiettivo educativo e patrimoniale.

Previdenza complementare per figli: ha senso aprire un fondo pensione?

L’idea di aprire un fondo pensione per un figlio minorenne può sembrare prematura, ma in alcuni casi è una scelta strategica. Non per garantire una pensione a 70 anni, ma per sfruttare al massimo il tempo e i vantaggi fiscali.

Quando può essere una scelta valida

Aprire un fondo pensione per un figlio minorenne può avere senso solo se i genitori hanno già sistemato la propria posizione previdenziale e patrimoniale. In particolare, è una scelta che può funzionare se:

  • Si vuole massimizzare l’orizzonte temporale: iniziare da subito significa dare al capitale decenni per crescere
  • Si intende versare importi contenuti ma costanti, sfruttando l’interesse composto
  • Si desidera trasferire al figlio, al raggiungimento della maggiore età, un piano già avviato, eventualmente con continuità lavorativa

Attenzione però: non è uno strumento liquido né flessibile, quindi non è adatto per l’università o la prima casa (se non in casi specifici e dopo almeno 8 anni).

Vantaggi: deduzioni e capitalizzazione a lungo termine

  • I versamenti a favore di un fondo pensione possono essere dedotti dal reddito imponibile fino a 5.164,57€ annui. Questo vale se il figlio è fiscalmente a carico e i contributi sono versati dal genitore
  • Se mantenuto per decenni, il fondo pensione può beneficiare:
    • della capitalizzazione composta esente da tassazione annua
    • di una tassazione agevolata sul capitale finale (dal 15% al 9%)
    • della possibilità di uscire in forma di rendita o capitale con vantaggi fiscali

Limiti e considerazioni pratiche

  • Scarsa flessibilità: i soldi restano vincolati fino alla pensione, salvo:
    • anticipo per spese sanitarie
    • acquisto prima casa (dopo almeno 8 anni)
    • riscatto in caso di inoccupazione prolungata o invalidità
  • Difficile da comprendere e apprezzare per un minore, a differenza di strumenti più visibili come PAC o conti a lui dedicati
  • Non sostituisce altre forme di accumulo più liquide e utilizzabili in giovane età

In sintesi, un fondo pensione per un figlio può essere una leva potente, ma solo in ottica integrativa e come ultimo tassello di una strategia patrimoniale già ben impostata. Non è la priorità per un neonato, ma può diventare un vantaggio competitivo se usato nel modo giusto.

Investimenti alternativi: immobili, polizze, assicurazioni, oro e Bitcoin

Quando si pensa al futuro di un figlio, è naturale valutare anche forme di investimento alternative rispetto a quelle finanziarie classiche. Ma non tutte sono adatte a un minorenne. Vediamole nel dettaglio.

Ha senso intestare una casa a un minorenne?

Intestare un immobile a un figlio minorenne è possibile, ma presenta numerose criticità operative e legali:

  • Per vendere o affittare l’immobile serve l’autorizzazione del giudice tutelare
  • Il minore non può usufruire direttamente dell’immobile, a meno che non ci abiti con la famiglia
  • La gestione ordinaria e straordinaria (tasse, manutenzione, affitti) ricade comunque sui genitori
  • In caso di separazione dei genitori, l’immobile può creare complicazioni legali e fiscali

In sintesi, non è lo strumento più flessibile per chi vuole costruire un capitale da usare prima della pensione o della piena età adulta.

Polizze vita e assicurazioni: poca trasparenza e rigidità

Molti genitori vengono indirizzati verso polizze miste (vita e risparmio) o piani assicurativi a favore del minore. Ma è importante valutarle con attenzione:

  • Costi elevati e opacità dei prodotti: spesso tra commissioni, caricamenti e rendimenti minimi, il risultato è deludente
  • Vincoli contrattuali lunghi: uscire anticipatamente può comportare penali e perdite di capitale
  • Il vantaggio fiscale (esenzione da imposta di successione) ha senso solo per patrimoni rilevanti

Se l’obiettivo è far crescere il capitale con trasparenza ed efficienza, esistono strumenti migliori e più economici, come ETF o fondi indicizzati.

Oro e Bitcoin: riserva di valore o rischio?

Oro fisico o finanziario (ETC):

  • Può essere utile come componente difensiva del patrimonio, soprattutto in ottica di protezione contro inflazione o crisi sistemiche
  • Ma non produce reddito, e ha costi di custodia se fisico
  • Intestarlo a un minore è complicato: meglio gestirlo come parte del patrimonio dei genitori

Bitcoin (BTC):

  • È un asset ad alto potenziale, ma anche molto volatile
  • In un orizzonte lungo (15-20 anni) potrebbe avere senso come posizione marginale del portafoglio, ma richiede:
    • Custodia sicura
    • Conoscenze tecniche per evitare errori
    • Attenzione alla fiscalità
  • Mai affidarsi a exchange centralizzati senza protezioni: se si intesta a un minore, ci sono ulteriori vincoli di gestione

Alternative più liquide e flessibili

Per chi cerca maggiore accessibilità e gestione più semplice, le migliori alternative restano:

  • PAC in ETF, con esposizione globale e diversificazione automatica
  • Conti deposito a breve termine a supporto di spese educative
  • Fondi bilanciati a basso costo, gestiti da un genitore
  • Una parte in materie prime o cripto, ma con pesi contenuti e ben controllati

In conclusione, gli investimenti alternativi non vanno esclusi a priori, ma inseriti con criterio all’interno di una strategia più ampia, valutando sempre liquidità, rischi, fiscalità e vincoli legali.

Strategie integrate: come costruire un piano efficace per tuo figlio

Investire per un figlio non significa solo scegliere il prodotto migliore, ma costruire un piano coerente, equilibrato e comprensibile, capace di evolvere con il tempo. Ecco come farlo con metodo.

Il “metodo delle 3 scatole” per educare e pianificare

Una strategia semplice ed educativa è quella delle 3 scatole (o barattoli), utile per abituare il bambino fin da piccolo a gestire il denaro con consapevolezza. Ogni scatola rappresenta una finalità diversa:

  • Scatola Spesa: dedicata a piccoli desideri, giochi, premi – insegna il valore dell’attesa e della scelta
  • Scatola Risparmio: per obiettivi concreti (una bici, una vacanza studio, ecc.) – rappresenta l’accumulo nel tempo
  • Scatola Dono: per beneficenza o regali ad altri – educa alla condivisione e all’empatia

Questo schema può essere replicato anche negli strumenti finanziari:

  • Conto corrente o libretto postale per la “spesa”
  • PAC in ETF o buoni fruttiferi per il “risparmio”
  • Donazioni periodiche o micro-fondi solidali per il “dono”

Come bilanciare sicurezza, rendimento e disponibilità

Un piano efficace deve trovare il giusto equilibrio tra:

  • Sicurezza: capitale garantito o strumenti a basso rischio (es. buoni postali, conti deposito)
  • Rendimento: strumenti più dinamici per il lungo termine (PAC in ETF globali, fondi azionari)
  • Disponibilità: parte del patrimonio sempre accessibile in caso di emergenze o spese impreviste

Non serve scegliere uno solo: il segreto è combinare strumenti diversi in base al tempo e all’utilizzo previsto, proprio come in un portafoglio ben costruito per un adulto.

In che modo coinvolgere nonni e altri familiari

Coinvolgere nonni, zii o padrini può:

  • Alleggerire l’impegno finanziario dei genitori
  • Creare un progetto condiviso, rafforzando i legami familiari
  • Aumentare la regolarità degli investimenti, trasformando regali in contributi utili

Come farlo in pratica:

  • Invitare i nonni a partecipare a un PAC intestato ai genitori, con causale dedicata
  • Aprire un libretto risparmio vincolato, visibile e gestibile dai familiari
  • Concordare una strategia in famiglia, evitando doppioni o strumenti inutili

L’ideale è che ogni contributo abbia una finalità chiara, per non disperdere gli sforzi: un PAC educativo ha più valore di tanti regali inutilizzati. Così si costruisce non solo un capitale, ma anche una cultura finanziaria familiare.

Errori da evitare quando investi per un figlio

Anche con le migliori intenzioni, è facile commettere scelte poco efficienti quando si costruisce un piano d’investimento per un figlio minorenne. Evitare questi errori può fare la differenza tra un semplice accantonamento e una vera strategia patrimoniale.

Concentrarsi solo sulla sicurezza e perdere opportunità

Molti genitori, comprensibilmente prudenti, si orientano esclusivamente verso strumenti a capitale garantito, come libretti postali o conti deposito.

Ma così facendo si rischia di:

  • non proteggere il capitale dall’inflazione
  • rinunciare al potenziale rendimento dei mercati
  • arrivare alla maggiore età del figlio con una somma che ha perso valore reale nel tempo

La sicurezza è importante, ma va bilanciata con strumenti di crescita nel lungo termine, come ETF o fondi azionari a basso costo.

Intestare tutto al figlio senza considerare vincoli e burocrazia

Intestare direttamente conti, titoli o immobili al minore può sembrare un gesto d’amore, ma comporta:

  • vincoli legali forti: ogni operazione importante può richiedere l’autorizzazione del giudice tutelare
  • blocco delle somme fino alla maggiore età
  • poca flessibilità in caso di necessità della famiglia

Una soluzione più efficace può essere intestare gli strumenti al genitore con finalità dichiarata a favore del figlio, oppure utilizzare un vincolo fiduciario o una pianificazione successoria mirata.

Affidarsi solo a strumenti bancari tradizionali

Spesso ci si limita a ciò che propone la banca o l’ufficio postale, ma:

  • i prodotti sono spesso costosi e poco trasparenti
  • le soluzioni offerte sono raramente personalizzate
  • non viene considerato l’orizzonte temporale e il profilo rischio/rendimento reale del caso specifico

Oggi esistono strumenti più efficienti, semplici da gestire anche online, che permettono di investire con trasparenza, controllo e costi molto più bassi. Ignorarli per abitudine o per mancanza di informazione è un costo invisibile ma reale.

Un investimento per un figlio dovrebbe essere prima di tutto un progetto ragionato, non solo un gesto affettivo o una risposta a un’offerta standard. Con consapevolezza e pianificazione, è possibile costruire qualcosa di solido e davvero utile.

Conclusione: come assicurare davvero un futuro solido a tuo figlio

Investire per un figlio minorenne è un gesto concreto di responsabilità e lungimiranza. Ma perché sia davvero efficace, è fondamentale scegliere gli strumenti giusti, definire obiettivi chiari e costruire un piano equilibrato nel tempo.

Abbiamo visto come:

  • le soluzioni più sicure, come libretti e buoni postali, non bastano da sole a garantire una crescita reale del capitale
  • i PAC in ETF rappresentano lo strumento più efficiente per orizzonti lunghi, grazie a diversificazione e interesse composto
  • l’intestazione e la struttura legale dell’investimento sono tutt’altro che banali, e possono diventare un limite se trascurate
  • coinvolgere familiari e usare un approccio educativo come il metodo delle 3 scatole può rendere il progetto ancora più solido

Ogni famiglia ha esigenze e disponibilità diverse, ed è proprio per questo che non esiste una soluzione unica valida per tutti.

Se vuoi costruire un piano realmente efficace per il futuro di tuo figlio, ti consigliamo di analizzare la tua situazione insieme a un consulente finanziario indipendente, libero da conflitti di interesse e focalizzato solo su ciò che è meglio per te.

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FAQ

Posso aprire un ETF intestato a mio figlio?

No, non direttamente. Gli ETF non possono essere intestati a un minore in autonomia. È possibile però aprire un conto titoli intestato al minore con la rappresentanza di un genitore, ma ogni operazione straordinaria (come il riscatto) potrà richiedere l’autorizzazione del giudice tutelare. In alternativa, molti genitori preferiscono intestare il PAC a sé stessi con finalità per il figlio, mantenendo così piena flessibilità operativa.

Conviene usare il TFR per un fondo intestato al figlio?

No, il TFR è legato al lavoratore e può essere conferito solo a un fondo pensione intestato a lui. Non può essere destinato direttamente a un fondo per il figlio. Tuttavia, è possibile versare importi aggiuntivi volontari in un fondo pensione a beneficio del figlio (intestato al figlio stesso), beneficiando anche delle deduzioni fiscali se il figlio è fiscalmente a carico.

Cosa succede se il figlio diventa maggiorenne?

Al compimento dei 18 anni, il figlio acquisisce la piena disponibilità delle somme e degli strumenti intestati a lui, inclusi conti, investimenti e fondi pensione. Per questo è importante educarlo gradualmente alla gestione del denaro, oppure predisporre strumenti a controllo progressivo (es. trust, polizze con beneficiario condizionato) se si vuole posticipare l’accesso diretto al capitale.

I nonni possono contribuire al PAC?

Sì, è possibile. I nonni possono effettuare bonifici regolari o saltuari sul conto da cui parte il PAC, oppure versare direttamente somme su un conto corrente dei genitori con causale dedicata. L’importante è coordinare le scelte per evitare confusione o doppioni, e possibilmente formalizzare la finalità con una scrittura privata o dichiarazione in sede di donazione.

Il PAC può essere dedotto fiscalmente?

No, un PAC in ETF o fondi comuni non dà diritto a deduzioni fiscali, a differenza di un fondo pensione. L’unica eccezione riguarda i fondi pensione aperti intestati a figli fiscalmente a carico: in quel caso, i versamenti possono essere dedotti dal reddito del genitore fino a 5.164,57€ annui complessivi.

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