Investire per i propri figli è un atto di lungimiranza e responsabilità. Non si tratta solo di accantonare denaro, ma di costruire — passo dopo passo — le basi per un futuro più solido, sereno e ricco di opportunità.
Ogni genitore desidera offrire al proprio figlio libertà di scelta: nell’istruzione, nella professione, nella vita. Ma spesso questo desiderio si scontra con scelte improvvisate, strumenti inadeguati o mancanza di pianificazione.
In questo articolo analizziamo come iniziare a investire fin dalla nascita: quali obiettivi è possibile sostenere, quali strumenti scegliere, quali errori evitare e come trasformare l’investimento in un’occasione educativa.
Con l’aiuto di un consulente finanziario indipendente, puoi creare un piano personalizzato, sostenibile e flessibile, che accompagni tuo figlio dalla culla all’età adulta.
Perché iniziare subito: l’effetto del tempo sugli investimenti
L’interesse composto come alleato
Il tempo è uno degli elementi più sottovalutati quando si parla di investimenti. Eppure, è proprio grazie al tempo che entra in gioco il vero potere dell’interesse composto: la capacità degli interessi di generare a loro volta altri interessi.
Facciamo un esempio semplice: investire 100 euro al mese per 18 anni, con un rendimento medio annuo del 6%, porta a un capitale finale di circa 40.000 euro. Ma se quegli stessi 100 euro venissero investiti per 25 anni, il capitale supererebbe i 70.000 euro.
La differenza non sta nell’importo versato – che è simile – ma nella forza moltiplicativa del tempo. Più si parte presto, più si accumula capitale senza dover aumentare lo sforzo economico.
Differenza tra chi inizia a zero anni e chi inizia a 18
Investire per un figlio dalla nascita, rispetto a iniziare quando è ormai maggiorenne, cambia radicalmente le prospettive.
Un bambino che riceve un investimento costante fin dalla nascita può ritrovarsi con un capitale significativo al compimento dei 18 anni. Questo capitale può essere impiegato per l’università, per l’acquisto di un immobile o per avviare un’attività.
Al contrario, partire a 18 anni implica iniziare da zero e dover risparmiare molto di più ogni mese per ottenere lo stesso risultato. Un genitore che investe 150 euro al mese per 18 anni, regala al figlio un vantaggio che lui stesso faticherebbe a replicare in età adulta, anche investendo il doppio.
Costruire un capitale anche con piccoli importi
Non serve avere grandi disponibilità economiche per iniziare. Anzi, il bello di un investimento impostato per tempo è che anche somme modeste possono fare la differenza.
Un PAC da 50 euro al mese, avviato alla nascita e mantenuto fino ai 18 anni, può portare a un capitale di oltre 20.000 euro, ipotizzando un rendimento annuo medio del 5%.
La regolarità è più importante della cifra iniziale. Con un piano coerente, anche famiglie con budget limitati possono costruire qualcosa di concreto. E ogni aumento, anche simbolico, può aumentare in modo significativo il risultato finale.
Quali obiettivi puoi sostenere investendo da subito
Università e formazione
Tra le spese più significative nella crescita di un figlio c’è senza dubbio l’istruzione. Università italiane o estere, master, corsi specialistici, esperienze formative all’estero: tutto ha un costo, spesso elevato.
Un piano di investimento avviato fin dalla nascita può coprire in tutto o in parte queste spese, senza intaccare il patrimonio familiare o dover ricorrere a prestiti.
Con l’aumento dei costi dell’istruzione e la crescente competizione nel mondo del lavoro, poter garantire al proprio figlio libertà di scelta educativa è un vantaggio concreto.
Acquisto della prima casa
Un altro obiettivo concreto che puoi sostenere con un piano d’investimento a lungo termine è l’acquisto della prima casa.
Investire regolarmente per 20 anni consente di accumulare una somma che può rappresentare l’anticipo o addirittura l’intero importo per un immobile, specialmente in contesti meno urbanizzati o in aree in crescita.
Questo aiuta il figlio a non dover affrontare mutui gravosi all’inizio del proprio percorso di vita autonoma.
Fondo per la realizzazione di progetti o impresa
Non tutti i figli sceglieranno il percorso universitario o immobiliare tradizionale. Alcuni potrebbero desiderare di avviare un’attività, investire in un progetto personale o cogliere un’opportunità all’estero.
Un capitale flessibile, costruito con strumenti liquidi e disponibili al momento giusto, offre libertà di scelta.
Poter contare su un fondo iniziale significa avere un margine di manovra per esplorare idee, fare esperienze e investire su se stessi senza la pressione economica immediata.
Previdenza di lungo periodo
Iniziare a pensare alla previdenza per un figlio può sembrare prematuro, ma è uno degli strumenti più potenti per garantire un futuro solido.
Un fondo pensione o una forma previdenziale integrativa aperta fin da minorenne può beneficiare di decenni di rendimento composto, arrivando alla maggiore età già con un capitale significativo.
Inoltre, l’adesione precoce permette di godere di una fiscalità vantaggiosa e, se il figlio proseguirà autonomamente i versamenti in età adulta, potrà contare su una pensione integrativa ben costruita e a basso costo.
Gli strumenti più adatti dalla nascita all’età adulta
Conti deposito intestati ai genitori
Sono una delle soluzioni più semplici e sicure per mettere da parte denaro a favore di un figlio. Il conto resta intestato al genitore, che mantiene il controllo totale sulle somme fino a quando decide di utilizzarle o trasferirle.
I conti deposito offrono una remunerazione bassa, ma possono avere senso per accumulare liquidità in attesa di essere investita, o per destinare parte del capitale a breve termine.
Vantaggio chiave: nessun vincolo legale sull’uso del denaro e piena disponibilità fino alla maggiore età del figlio.
PAC in ETF: come strutturarli e a nome di chi
Il piano di accumulo in ETF è lo strumento più efficiente nel lungo periodo. Permette di costruire un portafoglio ben diversificato, con costi bassi e ampia flessibilità.
La struttura ideale prevede l’intestazione al genitore, per evitare i vincoli legali sull’operatività. Il capitale potrà essere donato o intestato al figlio in futuro, secondo la strategia concordata con il consulente.
Il PAC è scalabile (può partire anche da 50€/mese), personalizzabile e facilmente monitorabile nel tempo. È lo strumento più adatto per obiettivi con orizzonte di 15-20 anni.
Polizze vita e prodotti assicurativi: quando possono avere senso
Non sono strumenti da demonizzare, ma vanno scelti con grande attenzione. Alcune polizze miste (risparmio + protezione) hanno costi elevati e rendimenti bassi.
Possono avere senso se inserite in un piano integrato che tenga conto di esigenze di protezione o se ci sono necessità specifiche, come la tutela in caso di premorienza di un genitore.
Meglio evitare le soluzioni assicurative proposte in banca o in modo standardizzato: è essenziale leggere con attenzione costi, vincoli e scenari.
Fondi pensione e PIP per figli minorenni: pro e contro
Aprire un fondo pensione per un figlio minorenne è possibile, ma presenta pro e contro.
Vantaggi:
- Si beneficia dell’effetto tempo sull’interesse composto
- Il figlio potrà continuare i versamenti in età adulta con uno zoccolo già costruito
- I costi sono spesso più bassi se il fondo è attivo da tempo
Svantaggi:
- Scarsa flessibilità: il capitale è vincolato fino alla pensione
- Fiscalità agevolata solo per chi ha reddito, quindi non per un minorenne
- Il figlio potrebbe non voler proseguire il piano in futuro
Per questo motivo, in molti casi è preferibile partire con strumenti flessibili e valutare la previdenza integrativa solo in una seconda fase.
Titoli di Stato o buoni fruttiferi postali
Sono strumenti tradizionali, familiari e ancora oggi scelti da molti nonni e genitori.
I buoni fruttiferi postali, in particolare, offrono rendimento certo (anche se modesto), nessun rischio emittente, e sono facilmente sottoscrivibili anche per minorenni.
Tuttavia, rendono meno rispetto ad altri strumenti e non proteggono dall’inflazione nel lungo periodo. Possono essere utili per una piccola parte del piano, soprattutto se si vuole trasmettere un concetto di risparmio “visibile” e sicuro.
Errori da evitare quando si investe per un figlio
Intestare tutto al figlio senza pianificazione
Molti genitori, spinti da buone intenzioni, decidono di intestare direttamente al figlio investimenti o conti di risparmio. Ma questo può generare complicazioni:
- le somme diventano legalmente bloccate fino alla maggiore età
- servirà l’autorizzazione del giudice tutelare per prelevarle, anche per fini educativi
- alla maggiore età il capitale diventa immediatamente disponibile, senza controllo da parte dei genitori
Invece, è più efficace mantenere la titolarità dei genitori e trasferire il capitale solo quando il figlio è maturo e consapevole. Oppure pianificare la donazione in modo graduale, con il supporto di un consulente indipendente.
Sottovalutare la fiscalità e la disponibilità delle somme
Non tutti gli strumenti sono uguali sul piano fiscale. Alcuni, come i fondi pensione, hanno una fiscalità agevolata, ma anche vincoli molto rigidi. Altri – come ETF e conti deposito – sono più flessibili, ma tassati su base annuale o al realizzo.
Occorre bilanciare rendimento e accessibilità: un conto vincolato o un fondo pensione può non essere adatto se si prevede l’uso del capitale a 18 o 25 anni.
Inoltre, i trasferimenti di denaro ai figli (soprattutto se non documentati) possono sollevare problemi anche in caso di futuri controlli o controversie ereditarie.
Scegliere strumenti bancari costosi o poco trasparenti
Molti prodotti proposti da banche e reti, come gestioni patrimoniali, fondi a comparto chiuso o polizze miste, presentano costi occulti, commissioni elevate e poca chiarezza.
Nel lungo periodo, anche una differenza dell’1% annuo di costi può erodere una quota significativa del capitale accumulato.
Per questo è fondamentale analizzare attentamente i costi totali (TER, commissioni di ingresso, uscita, gestione) e confrontare le alternative più efficienti, come ETF o strumenti passivi. La consulenza indipendente serve proprio a evitare queste trappole.
Pensare solo alla sicurezza, trascurando il rendimento
L’istinto di proteggere il capitale porta molti genitori a preferire strumenti ultra-conservativi, come libretti postali, conti deposito o buoni a basso rendimento.
Ma l’inflazione, nel tempo, erode il potere d’acquisto. Investire solo in sicurezza oggi può significare non avere abbastanza domani.
Un piano bilanciato, con una quota di rischio calcolato e controllato, consente di ottenere rendimenti coerenti con l’orizzonte temporale (15-20 anni) e gli obiettivi futuri del figlio. Anche in questo caso, la strategia giusta si costruisce su misura.
Il ruolo educativo dell’investimento
Insegnare il valore del denaro
Investire per un figlio non significa solo accumulare un capitale, ma anche trasmettere una cultura finanziaria sana. In un mondo dove il consumo immediato è la norma, insegnare l’importanza della pazienza, del risparmio e della progettualità è un regalo che vale più dei soldi.
Il denaro deve essere percepito come uno strumento, non come un fine. Parlare apertamente di cosa significa guadagnare, risparmiare, investire e pianificare può aiutare il figlio a sviluppare una relazione matura e responsabile con la propria ricchezza.
Il metodo delle 3 scatole (spendo – risparmio – dono)
Un approccio semplice e pratico, anche per bambini molto piccoli, è quello delle tre scatole (o tre barattoli):
- Spendo: una parte per soddisfazioni immediate o piccoli desideri
- Risparmio: una parte da mettere da parte per obiettivi futuri
- Dono: una parte da destinare agli altri (regali, beneficenza, condivisione)
Questo metodo insegna a bilanciare piacere, responsabilità e altruismo. Col tempo può evolvere in strumenti più avanzati (conto, carta prepagata, investimento), ma la logica rimane: il denaro è un mezzo da usare con consapevolezza.
Coinvolgere il figlio nella gestione quando cresce
Man mano che il figlio cresce, può essere coinvolto in modo sempre più attivo. A partire dai 10-12 anni si possono introdurre concetti come inflazione, rendimento, rischio.
Dopo i 15 anni, si può iniziare a mostrare l’andamento del piano di investimento, le scelte fatte, i motivi dietro a una determinata asset allocation. Questo lo aiuta a sentirsi parte del progetto e a sviluppare competenze utili per la vita adulta.
Quando possibile, coinvolgilo anche nelle decisioni: meglio una vacanza o un piccolo investimento? Meglio spendere tutto o lasciare qualcosa per un obiettivo più grande?
Come parlare di soldi in modo sano e costruttivo
Il denaro non deve essere un tabù, né una fonte di ansia. Parlare di soldi con un figlio significa creare uno spazio di dialogo, non di giudizio.
Evita frasi come “non ce lo possiamo permettere” (che crea insicurezza) o “te lo compri quando lavori” (che scarica la responsabilità). Preferisci invece formule come “mettiamolo tra gli obiettivi” o “vediamo se rientra nel nostro piano di spesa”.
Con un linguaggio positivo, basato su scelte e priorità, il figlio capirà che il denaro è uno strumento che va gestito con intelligenza, non un problema da evitare o da rincorrere.
Coinvolgere nonni e altri familiari nel progetto
Come strutturare donazioni regolari o saltuarie
Molti nonni e familiari vogliono contribuire al futuro dei bambini, ma spesso si limitano a regali materiali che perdono valore nel tempo. Un approccio più strategico è quello di canalizzare questi contributi in un piano di investimento già avviato.
Le donazioni possono essere:
- regolari, ad esempio un versamento mensile o annuale su un PAC esistente
- saltuarie, in occasione di compleanni, festività o eventi speciali
In entrambi i casi, è importante che il piano sia ben strutturato e monitorato, evitando la dispersione in strumenti non coordinati tra loro.
Vantaggi fiscali e attenzione ai limiti legali
Le donazioni tra familiari in linea retta (nonni, genitori, figli) non sono soggette a imposta fino a 1 milione di euro per beneficiario. Tuttavia, è consigliabile mantenere traccia documentale dei versamenti, specie se si superano determinate soglie o se si utilizzano strumenti intestati direttamente al minore.
In caso di intestazione al figlio, i genitori non possono disporre liberamente delle somme e in alcuni casi serve il giudice tutelare per utilizzare i fondi. Meglio quindi, in molti casi, che il piano resti intestato al genitore o a un trust familiare apposito.
Idee per regali “alternativi” e utili
Un regalo non deve necessariamente essere un oggetto. Esistono alternative più significative e durature, come:
- una quota annuale nel PAC per il figlio
- un contributo a un fondo ETF o buono fruttifero
- un libro sull’educazione finanziaria, da leggere insieme
- un corso formativo o esperienza educativa per il bambino
Questi regali aiutano a trasmettere un messaggio di lungo periodo: il denaro può essere usato per costruire, non solo per consumare. Coinvolgere i nonni in questo tipo di scelta rafforza il legame familiare e dà continuità ai valori trasmessi.
Come costruire un piano su misura
L’importanza dell’orizzonte temporale
Ogni obiettivo ha un tempo ideale entro cui realizzarsi: un conto è investire per l’università a 18 anni, un altro per la pensione integrativa a 65.
Capire quando serviranno i soldi è il primo passo per decidere come investirli.
Un orizzonte lungo consente di assumere più rischio (e quindi ambire a maggiori rendimenti), mentre a pochi anni dalla spesa sarà opportuno spostarsi gradualmente verso strumenti più stabili.
L’errore più comune è ignorare questo aspetto e usare lo stesso strumento per tutto, perdendo efficienza o aumentando i rischi inutilmente.
Diversificare e bilanciare rischio e rendimento nel tempo
Un buon piano non si affida a un solo strumento. Diversificare significa scegliere una combinazione di strumenti coerenti con l’età del figlio e con la finalità dell’investimento:
- ETF azionari e bilanciati nei primi anni
- strumenti obbligazionari o misti man mano che l’obiettivo si avvicina
- una piccola quota di liquidità per esigenze impreviste
Il bilanciamento deve essere dinamico: non basta scegliere una volta e dimenticarsene. Serve adattare la strategia nel tempo per evitare che eventi di mercato imprevisti mettano a rischio il risultato finale.
Rivedere il piano periodicamente con un consulente
Anche il miglior piano perde efficacia se non viene monitorato. I mercati cambiano, le esigenze familiari evolvono, i figli crescono.
Un check-up annuale con un consulente indipendente permette di:
- verificare se il piano è ancora in linea con gli obiettivi
- correggere eventuali squilibri o inefficienze
- aggiornare la strategia in base a nuovi eventi (eredità, cambi lavoro, cambio residenza, ecc.)
Il supporto di un professionista è fondamentale per evitare errori emotivi e mantenere la rotta nel tempo, anche nei momenti più complessi.
Conclusione: un investimento d’amore e responsabilità
Riflessione finale sul valore dell’educazione e della pianificazione
Investire per un figlio non è solo una scelta finanziaria, ma un atto concreto di cura, visione e responsabilità. Significa offrire un’opportunità in più, costruita nel tempo, con coerenza e consapevolezza.
Non serve partire con grandi cifre, ma con un piano chiaro, sostenibile e flessibile. Ogni piccolo passo, se ben orientato, può fare una grande differenza nel lungo periodo.
Educazione finanziaria, strumenti giusti, supporto professionale: questo è il mix che consente a un genitore di preparare il terreno per un futuro più libero e sicuro.
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FAQ
Posso aprire un ETF intestato a mio figlio?
No, un minore non può detenere direttamente strumenti finanziari come ETF senza l’intermediazione e l’autorizzazione del giudice tutelare. Per evitare blocchi o lungaggini burocratiche, è consigliabile intestare l’investimento ai genitori e prevedere un passaggio formale al figlio in età adulta, tramite donazione o trasferimento programmato.
È meglio un PAC o un fondo pensione per un minorenne?
Dipende dall’obiettivo. Un PAC in ETF offre flessibilità, disponibilità delle somme in qualsiasi momento e rendimenti potenzialmente più elevati, quindi è ideale per obiettivi a 15-20 anni (es. università, casa, progetti).
Un fondo pensione ha una fiscalità agevolata ma vincoli molto forti: non è adatto se si prevede di usare il capitale prima dei 60-65 anni.
I nonni possono contribuire?
Sì, i nonni possono contribuire al piano di investimento tramite donazioni dirette ai genitori o con bonifici tracciabili verso un conto dedicato. È importante mantenere la documentazione delle operazioni, anche se – entro 1 milione di euro – non si applica alcuna imposta di donazione. Un consulente può aiutare a strutturare questi contributi in modo efficiente e conforme.
Cosa succede al compimento dei 18 anni?
Se il capitale è intestato direttamente al figlio, al compimento dei 18 anni diventa subito e totalmente disponibile. Il genitore perde ogni controllo.
Se invece l’investimento è intestato ai genitori, saranno loro a decidere quando e come trasferire le somme, con margine di valutazione sulla maturità e sui progetti del figlio.
Quali vantaggi fiscali esistono per chi investe per un figlio?
Non ci sono detrazioni dirette per chi investe per un figlio, ma esistono vantaggi indiretti:
- fondo pensione: deducibilità fino a 5.164,57€ (se il minore ha reddito proprio)
- buoni fruttiferi postali: tassazione agevolata e impignorabilità
- donazioni tra parenti in linea retta: esenti da imposta fino a 1 milione di euro
Un piano ben costruito può ottimizzare anche la fiscalità futura del figlio, ad esempio riducendo la tassazione sulle plusvalenze al momento del riscatto.